La bovina da latte nelle prime fasi di lattazione mobilizza le proprie riserve corporee. Ciò è conseguenza della condizione fisiologica indotta dal aprto e di uno stato di bilancio energetico negativo dovuto ad una differenza tra i fabbisogni energetici, elevati in questa fase, e la quantità di energia ingerita con la razione ancora bassa per soddisfare i fabbisogni della lattifera.

La causa di tale andamento è l’inadeguata capacità d’ingestione del digerente che caratterizza la prima fase del post-parto e che si accresce progressivamente nel corso della lattazione. L’entità della mobilizzazione sotto forma di grassi corporei è tanto maggiore quanto più si è vicini al parto. Solo dopo i settanta giorni di lattazione la mobilizzazione lipidica cessa. Il motivo è l’aumentata ingestione di energia, sufficiente a soddisfare il fabbisogno della lattifera, a cui va aggiunto il fatto che dopo il terzo mese di lattazione la produzione comincia a diminuire.

Alla luce di tutto ciò, risulta di estremo interesse poter stimare l’entità delle riserve corporee, sotto forma di grassi di deposito, a cui la bovina farà ricorso in una situazione di bilancio energetico negativo. Oltre a ciò va considerata anche l’estrema importanza che ha il poter valutare il grado di ricorso della bovina a tali riserve, quindi l’entità della mobilizzazione dei grassi di deposito, per prevenire tutte le conseguenze connesse ad una elevata lipomobilizzazione.

Nel corso del tempo si è così cercato di individuare un metodo di facile utilizzo, anche nella pratica aziendale, e poco costoso che permettesse di valutare l’entità del grasso di deposito nella vacca da latte.

Figura 1. Regioni anatomiche di osservazione visiva e tattile (evidenziate) per la valutazione dei grassi di deposito nella vacca da latte (adattato da Department of Animal Science, Faculty of Agricultural Environmental Sciences, Mcdonald Campus of McGill University, Dairy Cattle Production 342-450A, Body Condition Score).

L’indice oggi utilizzato a tale scopo è il Body Condition Score o BCS. Il BCS è un metodo veloce, non invasivo ed economico utile per stimare l’entità delle riserve corporee delle bovine da latte, basato su una determinazione soggettiva visiva e/o tattile dell’accumulo di grasso sottocutaneo in specifiche regioni anatomiche. Il sistema si basa su una scala di valutazione a cinque punti, in cui il punteggio: 1 = vacca emaciata; 2 = vacca magra; 3 = vacca normale; 4 = vacca grassa; 5 = vacca obesa. Inoltre, è possibile l’attribuzione di frazioni di punto.

Il criterio di attribuzione delle classi di BCS è basato sulla palpazione di due regioni (Figura 1), la lombare e la groppa, con particolare riferimento all’infossamento circostante l’attacco della coda a cui si attribuisce importanza primaria.

Per quanto riguarda il valore del BCS con il quale le bovine dovrebbero affrontare il periodo di asciutta ed il parto, in passato diversi autori indicavano valori che variavano tra 3,5 e 3,75. In sostanza il valore di BCS indicato come ‘pericoloso’ era pari a 4,0 o superiore.

Nostre ricerche condotte presso il Dipartimento DAFNE della Università della Tuscia-Viterbo hanno dimostrato come i valori di BCS considerati ottimali (3,5-3,75) fossero in effetti troppo alti. Tali studi indicano valori di BCS pari a 3,2 come ottimali per la vacca da latte al parto (Figura 2), valori suggeriti oggi anche da altri autori statunitensi.

Figura 2: variazione del valore BCS (± ES) in bovine di razza Frisona con diverso stato nutrizionale durante il periparto. Le vacche con BCS più alto hanno anche mostrato maggiore calo del BCS dal parto a fine prova: -1,4 punti vs. -1,0 e -0,6 rispettivamente nelle vacche con BCS intermedio e basso.

Le nostre ricerche hanno evidenziato come vacche con BCS di 3,5 al parto mostravano peggioramento della risposta immunitaria, maggiori problemi dismetabolici (aumento della incidenza di chetosi, etc..) e peggioramento della fertilità (aumento dell’intervallo parto-concepimento, etc..) (Figure 3a,b).

Figura 3: Variazione dei NEFA(indicatori di lipomobilizzazione) e dei corpi chetonici (BHBA) indicatori di maggiore rischio di chetosi in bovine di razza Frisona con diverso stato nutrizionale (BCS) durante il periparto.

In conclusione, la valutazione del Body Condition Score risulta una pratica veloce, semplice ed economica, ma allo stesso tempo di estrema importanza, che permette all’allevatore e al tecnico nutrizionista di valutare lo stato nutrizionale delle vacche e la loro deposizione di grasso corporeo, in modo da poter prevenire, con interventi mirati, problemi di salute che compromettono la produttività e la efficienza riproduttiva con inevitabili perdite economiche.

Valutare regolarmente le vacche per la condizione corporea è anche un mezzo utile per monitorare l’efficacia del programma alimentare nell’intero ciclo produttivo della vacca da latte e, se necessario, modificarlo per tempo.