Il successo del silomais nella zootecnia da latte moderna è dovuto alle elevate rese produttive per ettaro e alla sua composizione: con un rapporto stocco/granella che oscillata tra il 50/50 e il 60/40 sulla S.S., il prodotto apporta un contenuto in amidi attorno al 30% e questo ne fa un foraggio base in grado di apportare buona parte dell’energia necessaria.
Il valore nutritivo del silomais è stato migliorato nel corso del tempo alterando le caratteristiche della granella e dello stocco.
Nel caso della granella, la selezione genetica ha cercato di influire riducendo la vitreousness dell’amido per permettere un migliore attacco da parte dei batteri amilolitici e migliorando, quindi, il valore della degradabilità a 7 ore dell’amido.
La ricerca sulla pianta si è invece concentrata sull’aumento della digeribilità dell’NDF dello stocco creando la variante BMR. Il nome deriva dalla costola della foglia di colore marrone, è conosciuta dagli anni ’30 del secolo scorso e le prime prove (Oba e Allen) risalgono a 25 anni fa.
Il blocco poligenico contenente la lignina è meno rappresentato e i risultati analitici sui vari pool di digeribilità dell’NDF sono riportati nel grafico di seguito.
Ricerche più recenti hanno permesso di selezionare un nuovo ibrido di mais che presenta una particolare mutazione, la brachytic2 (br2), e che per questo viene comunemente detto brachitico.
Questo ibrido ha un baricentro più basso, internodi più corti e un’inserzione delle foglie più verticale che consente semine ad alte densità, anche 110-120 mila piante ad ettaro.
La maggiore densità di semina, la vigoria che si mantiene fino alla fase di levata e il potenziale produttivo qualitativo e quantitativo, sono solo alcuni degli aspetti interessanti di questo ibrido. Inoltre, la taglia ridotta ha ripercussioni positive sulla stabilità della pianta, che anche in caso di vento forte non alletta.
Il rapporto stocco/pannocchia, viste le dimensioni ridotte della pianta, favorisce, a parità di condizioni, un maggior contenuto di amidi sul secco.
Negli insilati prodotti con questo ibrido, come nel caso del BMR, si è notato un significativo aumento della digeribilità delle fibre. Questo effetto favorevole potrebbe essere attribuito alla riduzione della concentrazione di lignina e ai cambiamenti nella distribuzione della stessa all’interno dello stelo (Bourdoncle et al.,2023). Se è vero che il brachitipo determina una riduzione dell’altezza delle piante, le foglie sono più erette garantendo un effetto fotosintetico a dispetto della maggior densità ed il loro numero rimane invariato (Pilu et al.,2007).
Oltre alla selezione genetica, che ha migliorato notevolmente la digeribilità dell’amido e della fibra, esistono altri aspetti su cui è opportuno lavorare per implementare la qualità del silomais.
Possiamo identificare diversi fattori che hanno un effetto sulla digeribilità della fibra e dell’amido, come lo stadio di maturazione della pianta, alcune pratiche di raccolta e il tempo di insilamento.
Lo stadio di maturazione al momento della raccolta influenza notevolmente la qualità del silomais: con l’avanzare dello stadio fenologico, gli zuccheri all’interno della pianta sono convertiti in amido, mentre il contenuto di S.S. aumenta. Inoltre, come riportato nello studio condotto da Russell et al (1992), si verifica una diminuzione della digeribilità in vitro della S.S. dello stocco, altamente correlata con i contenuti di ADF e lignina che aumentano di pari passo.
Secondo la letteratura scientifica, il momento di raccolta ottimale della pianta per la produzione di silomais (SM) è definito dalla % di sostanza secca (S.S.) e dalla linea del latte nelle cariossidi. Per quanto riguarda la S.S., questa deve essere compresa nel range tra 32 e 35% (Allen et al. 2003), mentre per la linea del latte il momento ottimale dovrebbe essere tra 1/2 e 2/3 della cariosside (Johnson et al., 1999).
Infatti, la digeribilità dell’amido si riduce con l’avanzare della maturazione. Johnson et al. (1999) hanno riscontrato che la raccolta del SM allo stadio più avanzato della linea del latte (linea nera) si traduce in una riduzione della digeribilità dell’amido total-tract di circa 5-9 punti % rispetto al SM raccolto rispettivamente a 2/3 e 1/2 della linea del latte.
Un altro aspetto importante da discutere è il processo meccanico che subisce la pianta al momento della raccolta all’interno della falcia-trincia-caricatrice; in questo senso, sono diversi i fattori che influenzano la qualità del SM, tra cui la lunghezza teorica di taglio (LT), l’altezza di taglio e il processamento della granella.
Gli effetti della LT sulla digeribilità dei nutrienti e sulle performance delle bovine sono legati al tempo di permanenza ruminale: in caso di scarsezza o assenza di foraggi ruminativi, aumentando la LT si incrementa il livello di peNDF della razione, con conseguenti effetti positivi. Questa strategia va però utilizzata con silomais che abbiano un alto tasso di digeribilità per bilanciare la riduzione del tasso di passaggio ruminale dovuta all’aumento dell’ingombro fisico. Diminuendo, viceversa, eccessivamente la LT (come si usa spesso fare con insilati troppo secchi per garantirne il compattamento) le particelle di foraggio rischiano di sfuggire troppo rapidamente dal rumine senza essere pienamente degradate, diminuendo quindi l’efficienza di utilizzazione dei nutrienti.
L’altezza di taglio della pianta da terra influenza la digeribilità del SM. I primi due internodi della pianta di mais sono infatti quelli più ricchi di lignina, oltre a contenere anche un maggior quantitativo di nitrati.
Il processamento della granella avviene tramite l’utilizzo di due rulli controrotanti all’interno delle falcia-trincia-caricatrice, che garantiscono la rottura della granella così da favorire l’attacco microbico e la digestione enzimatica dell’amido. L’efficacia dei rulli è influenzata dalla lunghezza teorica di taglio e dalla distanza tra i rulli controrotanti.
Ferraretto e Shaver (2012) hanno riportato un aumento della digeribilità total-tract dell’amido quando il SM è stato processato con distanza dei rulli controrotanti minore.
Un altro processamento meccanico subito dalla pianta che si è diffuso negli ultimi anni è lo shredlage (SHRD), che si ottiene utilizzando rulli controrotanti specifici, che hanno una maggiore velocità di rotazione rispetto al metodo tradizionale, e impostando a 2-3 mm la loro distanza. Questo particolare processamento meccanico permette di sminuzzare completamente i pezzi della pannocchia e triturare i chicchi, oltre a sfilacciare i frammenti degli stocchi in direzione longitudinale.
Questo processamento incrementa la digeribilità in situ e total-tract dell’amido; tuttavia, non si sono evidenziate differenze sulla digeribilità dell’NDF (Bach et al., 2020).
Per quanto riguarda le modalità di fermentazione, la durata è determinata dalla conclusione delle fermentazioni necessarie per portare il pH al livello detto di stabilità (che si aggira intorno a 3,8-4).
Il tempo dipende dalla velocità di conclusione della fase aerobica, dal contenuto di zuccheri iniziale e dalla velocità di discesa del pH, determinata dai lattobacilli (fermentazione omolattica).
Una discesa del pH non sufficientemente veloce determina invece una maggior attività da parte di lieviti, con produzione di etanolo: quest’ultimo può essere convertito da un altro microrganismo, l’Acetobacter, in acido acetico.
Una caratteristica facilmente attribuibile ai lieviti ed al metabolismo dell’Acetobacter è il tipico odore dell’acetato di etile e del lattato di etile, simile a “smalto per unghie”, che può spiegare la ridotta ingestione e l’acidosi subclinica negli animali alimentati con questi insilati.
Ricordiamo che la caratteristica genetica stay green elevato fa sì che lo stocco contenga molta fibra solubile favorendo questo fenomeno.
L’ultima condizione considerata che può influenzare la qualità del SM in termini di digeribilità dell’amido e dell’NDF è il tempo dal momento dell’insilamento (TI).
Infatti, come si può osservare dalla tabella che segue, il tempo dall’insilamento fa variare anche notevolmente quantità e digeribilità di alcuni principi nutritivi.
Questo breve recap sul silomais ci fa capire che caratteristiche e problematiche del foraggio principe delle nostre razioni variano col tempo, e che l’approfondimento della loro conoscenza è più che mai necessario per sfruttarlo al meglio.
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