La gestione riproduttiva programmata degli allevamenti di bovine da latte e da carne è una pratica consolidata soprattutto nelle aree geografiche vocate ad una elevata produttività. Accanto a queste realtà esiste un gran numero di aziende zootecniche e di veterinari buiatri che faticano ad avere un rapporto professionale che vada oltre la semplice visita “a chiamata” o la consulenza offerta in maniera saltuaria e non programmata. Spesso la figura del buiatra è compressa nel compito di “colui che cura le vacche”, perdendo preziose occasioni di poter offrire servizi differenti ad alto/altissimo valore aggiunto; queste posizioni vacanti sono occupate, con sempre maggiore frequenza, da figure professionali di altra natura.
Negli allevamenti di piccole o medie dimensioni l’offerta di un programma di gestione riproduttiva della mandria è il servizio più semplice ed efficace per aprire la strada ad un rapporto di collaborazione di più ampio respiro, ma deve essere attentamente pianificato. Capire bene di cosa abbia bisogno quel tipo di allevamento, la frequenza con cui effettuare le visite, un’accurata selezione delle strategie da mettere in atto e la scelta di obiettivi chiari e realistici sono elementi di importanza cruciale. Per prendere delle decisioni consapevoli è necessario conoscere quando, dal punto di vista riproduttivo, è più conveniente visitare le bovine in modo da ottimizzare il servizio e renderlo particolarmente efficace. Ovviamente nulla vieta di visitare a tappeto tutte le bovine visitabili ogni volta che si va in allevamento, ma è un metodo che non offre vantaggi superiori rispetto ad un sistema di visite mirato. In alcuni allevamenti con una gestione eccellente sarebbe addirittura superfluo fare delle visite di ruotine, dal momento che l’incidenza delle malattie metaboliche o riproduttive è così bassa che il servizio offerto non porterebbe alcun beneficio.
Frequenza delle visite
La gestione riproduttiva è un lavoro di metodo. Generalmente le visite prevedono una frequenza settimanale o quindicinale: un tempo superiore non è raccomandabile dal momento che inciderebbe veramente poco sul miglioramento delle performances riproduttive e sanitarie. La giornata stabilita per la gestione riproduttiva deve essere dedicata esclusivamente alla riproduzione, rimandando la discussione di altre problematiche (zoppie, mastiti, modifiche strutturali, ecc.) a visite di consulenza dedicate. A fine servizio è importante fornire all’allevatore un breve riepilogo di ciò che è stato fatto, con i feedback più importanti ed eventuali consigli e suggerimenti. Occorre scegliere con cura le indicazioni fornite di volta in volta, cercando di darne non più di tre per consulenza; un numero maggiore potrebbe creare confusione, frustrazione e potrebbero essere ignorate.
Visita del puerperio
Il puerperio (primi 15 giorni post – parto) è senza dubbio il periodo più critico per una bovina poiché sperimenta una serie di cambiamenti in grado di mettere a dura prova l’omeostasi dell’intero organismo. Al di là della straordinaria importanza del monitoraggio sanitario per la precoce individuazione delle principali malattie del puerperio, che esula dallo scopo dell’articolo, la gestione riproduttiva in questa fase si concentra sull’identificazione delle bovine affette da metrite puerperale. La metrite è una temibile infezione dell’utero che tipicamente si osserva nel periodo del post-parto, generalmente nei primi 20 giorni ma il picco di massima incidenza si ha tra il 6° e il 10° dopo il parto. In base a queste indicazioni, se la visita ginecologica ha una cadenza settimanale, la diagnosi può essere effettuata in quell’occasione, andando a visitare sistematicamente tutte le bovine comprese tra i 4 e gli 11 giorni post-parto. Se invece le visite sono a cadenza quindicinale, se molte bovine partoriscono in un breve periodo di tempo o se il rischio di sviluppare una metrite è molto alto, occorre istruire il proprietario o il personale di stalla ad una diagnosi precoce (mano in vagina, temperatura rettale per i primi 10 giorni ecc.).
Visita ginecologica pre-fecondazione
La visita ginecologica prima della fecondazione ha il duplice obiettivo di monitorare l’incidenza delle malattie riproduttive e di identificare precocemente le alterazioni patologiche di utero e ovaie che potrebbero interferire con l’instaurarsi della gravidanza dopo il periodo volontario di attesa.
- STATO DELLE OVAIE
- Ripresa dell’attività ovarica: prevede l’individuazione su una o entrambe le ovaie di segnali attendibili di ciclicità, quali la presenza di un corpo luteo o l’avvenuta ovulazione (metaestro). Una buona ripresa si ha quando la prima ovulazione avviene tra il 19° e il 22° giorno post-partum. L’assenza di segni di attività ovarica dopo il 44° giorno dal parto è indice di anaestro anovulatorio.
- Cisti ovariche: sono formazioni cistiche presenti su una o entrambe le ovaie, in assenza di corpo luteo, per un tempo superiore alle due settimane. È una condizione accettabile nei primi 40 giorni post-parto ma è considerata patologica quando diagnosticata dopo il periodo volontario d’attesa o in vacche fecondate.
- STATO DELL’UTERO
- Endometrite purulenta: perdita vaginale di materiale purulento a partire dal 20° – 25° giorno post-parto.
- Endometrite muco-purulenta: perdita vaginale di materiale muco – purulento a partire dal 26° – 35° giorno post-parto.
- Endometrite subclinica: infezione cronica dell’endometrio con assenza di sintomi clinici (senza perdite vaginali).
- Piometra o mucometra: raccolta di materiale purulento o muco in utero con la presenza o meno di un corpo luteo.
Da quanto detto precedentemente, i momenti più indicati per valutare lo stato dell’utero e delle ovaie sono i seguenti:
- Una visita tra il 20° e il 35° giorno post-parto per valutare la corretta ripresa dell’attività ovarica e diagnosticare un’infezione uterina (endometrite, piometra). L’utilizzo dell’ecografo è fortemente raccomandabile per migliorare la sensibilità diagnostica.
- Una visita dopo il 45° giorno post-parto per diagnosticare le vacche in anaestro anovulatorio o affette da cisti ovariche.
- Le bovine affette da una qualsiasi patologia della sfera riproduttiva vanno sempre ricontrollate nella visita successiva.
- Le bovine senza alterazioni patologiche dell’apparato riproduttivo possono attendere la prima FA o iniziare un programma di sincronizzazione e non necessitano di ulteriori visite.
Diagnosi di gravidanza
La diagnosi dello stato di gravidanza è sempre stata una pratica veterinaria con un elevato impatto emotivo e spesso rappresenta il momento del servizio di gestione riproduttiva in cui la curiosità dell’allevatore diventa massima. È fuori discussione che una percentuale elevata di bovine diagnosticate gravide durante il giro di visite è motivo di particolare soddisfazione ma questo non dovrebbe distogliere l’attenzione dal fine ultimo di questa pratica diagnostica che è, e rimane, quello di mettere in evidenza le bovine non gravide; l’individuazione precoce dello stato di non gravidanza è uno dei mezzi più potenti per incidere positivamente sul miglioramento dei parametri riproduttivi e di conseguenza sulla redditività dell’allevamento. Non dobbiamo poi dimenticare che la diagnosi precoce di non gravidanza è l’unico sistema in grado di restituire con sufficiente esattezza la percentuale di incidenza delle morti embrionali tardive (c.d. riassorbimenti).
Una gestione riproduttiva ben pianificata dislocherà i giorni in cui diagnosticare (o confermare) lo stato di gravidanza con l’obiettivo di individuare più precocemente possibile le bovine non gravide; nello stesso momento servirà a valutare la qualità della gravidanza in atto e a raccogliere informazioni aggiuntive (gemellarità, sessaggio ecc.).
Per rispettare l’obiettivo precedentemente esposto sarà necessario assicurare almeno tre controlli di gravidanza:
- Diagnosi precoce di non gravidanza, effettuabile mediante ultrasonografia o test biochimici su sangue o latte, tra il 28° e il 35° giorno post fecondazione oppure diagnosi precoce di non gravidanza manuale (preferibilmente non prima del 35° giorno post fecondazione).
- Diagnosi di gravidanza (conferma) tra il 60° e il 90° giorno post fecondazione.
- Diagnosi di gravidanza (conferma) prima della messa in asciutta.
La diagnosi di gemellarità, tramite ultrasonografia, va effettuata al primo controllo (28 – 35 giorni) e riconfermata al secondo (60 – 90 giorni). Un ulteriore ricontrollo della qualità della gravidanza gemellare può essere inserito tra il 120° e il 150° giorno post fecondazione, poiché il rischio di perdita di una gravidanza gemellare è decisamente più elevato.
La diagnosi di morte embrionale tardiva (c.d. riassorbimento), tramite ultrasonografia, si effettua al primo controllo (28 – 35 giorni).
La determinazione del sesso fetale (c.d. sessaggio), tramite ultrasonografia, va inserita nel secondo controllo (60 – 90 giorni).
In passato la sorveglianza umana sugli allevamenti era maggiore soprattutto perché la vita delle persone ruotava intorno alla stalla e il numero di capi che ogni allevatore accudiva era decisamente minore. Oggi la tecnologia ci dà un aiuto straordinario per monitorare le bovine (pedometri, sistemi GPS, analizzatori ormonali integrati nei sistemi di mungitura ecc.) ma per molte realtà l’accesso a tali tecnologie è impedito da motivazioni economiche o culturali. In ogni caso, la possibilità di richiedere o offrire dei servizi che possano soddisfare il bisogno di monitoraggio sanitario e riproduttivo della mandria è una realtà concreta. Occorre solo superare gli ostacoli mentali per raggiungere una visione più ampia e pragmatica del lavoro (e non penso solo all’allevatore…).
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