Le ondate di calore negli ultimi anni sono diventate fenomeni sempre più frequenti e l’inoltrarsi della primavera e il conseguente avvicinarsi dell’estate costringono tutti gli allevatori a chiedersi quali strategie mettere in campo perché le bovine da latte si trovino per il minor tempo possibile in condizioni di stress da caldo.

Strategie costruttive che consentono un miglior ombreggiamento e circolazione dell’aria, ventilatori e doccette e modifiche alle razioni possono mettere le vacche in condizione di poter affrontare al meglio anche le situazioni più estreme e prolungate.

E’ lecito domandarsi se esistano strumenti che permettano di selezionare bovine che siano più resistenti a questo tipo di stress. Esiste una componente genetica capace di influenzare la capacità degli animali di sopportare condizioni di caldo e temperatura elevate? E’ possibile selezionare gli animali anche per questi aspetti?

Lo stress da caldo

Lo strumento più comunemente utilizzato per definire i livelli al di sopra dei quali le bovine da latte cominciano a subire l’effetto dello stress da caldo e mettere in atto tutte le strategie disponibili per poter dissipare il calore in eccesso accumulato a livello corporeo è il THI, l’indice di temperatura e umidità. E’ abbastanza semplice trovare in rete la tabella dei valori di THI, quello che è importante ricordare è il livello sopra il quale si comincia a parlare di stress da caldo che è pari a 72 sulla scala del THI e definisce una situazione di rischio. Quando il THI raggiunge valori di 78 si parla di zona di allerta e sopra gli 84 l’allerta diventa una vera e propria emergenza e gli animali sono a rischio morte. Il valore soglia di 72 si raggiunge a 26 gradi con un’umidità del 40% ma anche a 22,5 gradi quando l’umidità dell’aria è del 95%.

Osservando i comportamenti delle bovine in lattazione in condizioni di stress da caldo è comune rilevare una maggiore frequenza respiratoria e di abbeverata, una diminuzione dell’ingestione di sostanza secca e in generale dell’attività metabolica. Tutto questo influenza in maniera significativa le performances produttive e riproduttive degli animali. E’ altrettanto facile osservare come esistano forti differenze individuali fra le bovine. Ci sono bovine che in situazioni di THI elevato mantengono i loro livelli produttivi e e funzionali.

La componente genetica

Premesso che solo in condizioni di stress da caldo è possibile osservare e misurare quanto differentemente figlie di tori diversi reagiscono ad alti livelli di temperatura ed umidità, sia in termini di calo di produzione che di diminuzione dei livelli di fertilità, gli studi effettuati all’inizio degli anni 2000 dai ricercatori dell’Università della Georgia sulle vacche allevate nello stato e in Florida hanno reso possibile quantificare la componente genetica legata alla resistenza allo stress da caldo, sia sui caratteri produttivi latte, grasso e proteina, sia sul tasso di non ritorno a 60 e 90 giorni. La variabilità genetica per tutti i caratteri studiati aumenta all’aumentare del THI e arriva a livelli uguali, o superiori, a quelli della componente genetica principale per i caratteri produttivi e di fertilità analizzati. Le correlazioni genetiche fra resistenza allo stress da caldo e caratteri produttivi e di fertilità sono risultate inoltre negative e intorno a valori compresi tra -0,23 e -0,41. Questo significa che selezionando le bovine solo per i caratteri produttivi, o solo per la fertilità, si selezionano in entrambi i casi animali più sensibili a caldo ed umidità.

Gli stessi studi hanno permesso di mettere a punto i modelli per la valutazione genetica degli animali resistenti allo stress da caldo. Per arrivare a stimare quanto le figlie dei tori siano capaci di mantenere livelli produttivi e di fertilità ottimali anche in condizioni di elevata temperatura ed umidità relativa dell’aria, occorre combinare ai tradizionali dati anagrafici e produttivi o funzionali i dati di temperatura ed umidità delle stazioni meteorologiche vicine agli allevamenti. Meglio ancora sarebbe poter disporre di dati di temperatura ed umidità all’interno di ogni stalla il giorno del controllo del latte o dell’inseminazione.

Gli strumenti per selezionare gli animali resistenti

Prove di valutazione genetica dei tori per lo stress da caldo sono state fatte negli Stati Uniti (Bohmanova e coll, 2005) e più recentemente in Italia (Bernabucci e coll., 2014). In entrambi gli studi è stato analizzato l’effetto genetico legato ai caratteri produttivi. I risultati hanno quantificato una grande variabilità fra i tori, con effetti che andavano da -0,48 kg a + 0,38 kg di latte per punto di THI dal peggior al migliore toro per resistenza allo stress da caldo nello studio americano, e da +0,27 a  -0,47 kg latte per unità di THI e da +1,02 ad un -0,87 punti percentuali per unità di THI per il contenuto di proteina nel latte nello studio sulla Frisona Italiana.

Nello studio americano sono stati confrontati fra loro i migliori 100 tori per resistenza allo stress da caldo e i peggiori 100 tori a livello di indici ufficiali americani del 2005. I risultati di questo confronto sono riportati in Tabella 1 e mostrano come i due gruppi di tori differiscano per livello produttivo e per caratteri funzionali. I tori le cui figlie mostravano di essere più capaci di resistere a condizioni ambientali più estreme erano quelli che avevano un indice di 1000 kg inferiore per la produzione di latte e livelli migliori per i caratteri morfo funzionali, compresa la fertilità. La differenza fra i due gruppi era invece limitata per l’indice TPI che, come il PFT, è un indice che combina fra loro produzione e funzionalità.

Questi dati sembrano indicare che una maggiore attenzione data ai caratteri funzionali come cellule, longevità e fertilità può indirettamente aiutare a selezionare un tipo di animale più capace di mantenere livelli di performances ottimali in condizioni di temperatura ed umidità superiori alla norma.

Per chi vuole approfondire

  1. Bohmanova J., I. Misztal, S. Tsuruta, H.D. Norman, T. J. Lawlor. 2005.National genetic evaluation of milk yield for heat tolerance of United States Holsteins. Interbull Bulletin. 33:160-162.
  2. Bernabucci U., S. Biffani S. , L. Buggiotti, A. Vitali , N. Lacetera , A. Nardone, 2014.The effects of heat stress in Italian Holstein dairy cattle. J. Dairy Sci. 97 :471–486.

Tabella 1 – Il livello genetico medio dei migliori e peggiori tori per effetto dello stress da caldo sulla produzione sui principali caratteri valutati negli Stati Uniti

genetica 1.JPG

nel 2005 (fonte: Bohmanova e coll, 2005).