La zootecnia costituisce un aspetto produttivo cardine dell’economia pugliese. Dati ISTAT 2010 riportano una media di bovini censiti pari a 170000, 7500 bufalini, e ben 270000 ovi-caprini.

Negli ultimi decenni, tuttavia, l’aumento tout court della pressione produttiva è esitato, per quel che attiene al comparto zootecnico, in un aumento dell’incidenza di patologie stress correlate che minano la fisiologia funzionale del sistema immunitario e alterano la sfera metabolica inducendo, di conseguenza, turbe ostetrico-ginecologiche.

A fronte del dilagare di questa situazione, il pur congruo numero e la pur adeguata preparazione e validità professionale dei Veterinari Liberi Professionisti, non sempre riescono a farsi garanti della completa risoluzione delle complesse patologie degli animali d’allevamento.

In tale ottica si inquadra l’Unità di Clinica Mobile Veterinaria, coordinata dal Prof. Raffaele Luigi Sciorsci e afferente alle strutture universitarie dell’ex Facoltà di Medicina Veterinaria di Bari. Tale presidio, nato nel Giugno del 2013, si avvale di un pulmino a 9 posti, corredato di complete attrezzature veterinarie mediche, ostetriche e chirurgiche (tra cui un eco-colordoppler) necessarie all’espletamento delle attività di campo. Essa punta ad offrire, negli allevamenti zootecnici presenti sul territorio pugliese, un servizio di pronto intervento, con la referenza del Veterinario Aziendale.

Sin dagli esordi ad oggi, l’Unità di Clinica Mobile Veterinaria ha affrontato ben 351 casi su bovini, bufali, ovi-caprini e suini, con approcci terapeutici clinici e chirurgici d’elezione. In dettaglio, gli interventi più frequenti e rappresentativi dell’attività svolta riguardano l’apparato riproduttivo (taglio cesareo, anche in presenza di macrosomia fetale, macerazione fetale o torsione completa dell’utero, ovariectomie, orchiectomie in soggetti criptorchidi, rimozione chirurgica di fibro-papillomi penieni, colpo-vulvo-retto-plastica per la risoluzione di fistole retto-vaginali), tegumentario (ricostruzioni del capezzolo, rimozione chirurgica di fibro-papillomi mammari), digerente (glossectomie, esofagotomie, ruminotomie contestuali o meno a risoluzione della dislocazione abomasale), risoluzione chirurgica di ernie inguinali e ombelicali, ecc.

L’esigenza di soddisfare le direttive dell’European Association of Establishments for Veterinary Education (EAEVE) in termini di educazione e formazione degli studenti, ha funto da sprone per l’istituzione dell’Unità di Clinica Mobile Veterinaria che rappresenta, per i futuri veterinari, un’occasione rara ed imperdibile di apprendimento, caratterizzata dall’affiancamento sistematico dei docenti e dalla possibilità di partecipare direttamente alle attività clinico-chirurgiche, ostetrico-ginecologiche e mediche svolte, in un continuum tra le nozioni teoriche apprese e la loro messa in atto. Peraltro, la Clinica Mobile, fornisce agli studenti l’occasione di interfacciarsi con l’industria agro-zootecnica, rappresentando, quindi, un trait d’union tra mondo accademico e lavorativo, nell’ottica di apprendere conoscenze e tecniche veterinarie all’avanguardia e di integrarsi, nel modo meno traumatico possibile, nel mondo del lavoro.

A quanto detto finora, bisogna aggiungere che tale attività, oltre alle esigenze accademiche a cui ottempera, risponde anche alle richieste sanitarie territoriali, favorisce l’economia dell’allevatore, in termini di riduzione del numero di capi destinati al macello, e agevola il Veterinario Libero Professionista che mantiene la gestione di un caso clinico “difficile”, al quale avrebbe dovuto, in alternativa, rinunciare.

Inoltre, essendo la Clinica Mobile una gemmazione accademica, rappresenta la chiave di volta di una sinergia tra ricerca e attività in campo, in cui entrambe le parti si potenziano, si stimolano e si accrescono mutuamente. In tale sinergia rientra, senza ombra di dubbio, l’adozione puntuale di sistemi di dosaggio, in campo e in tempo reale, di diverse sostanze quali antiossidanti, radicali liberi, ormoni, al fine di ridurre le tempistiche diagnostiche e, di conseguenza, l’approccio terapeutico alle disfunzioni metabolico-endocrine eventualmente in atto.

Oltre a quanto fin qui esposto, l’adozione, laddove richiesto e in presenza di compatibili condizioni cliniche, di farmaci fito- e omo-terapici da soli o in associazione ai farmaci tradizionali, consente all’allevatore la contemporaneità della terapia e del recupero del latte dell’animale trattato, con una riduzione dell’impatto ambientale dell’allevamento stesso.

Da quanto su descritto, si evince che la Clinica Mobile Veterinaria diviene ingranaggio strategico nel processo di ottimizzazione della didattica, facendosi requisito fondamentale per una reale e raffinata formazione veterinaria, e implica ricadute positive in termini di tutela del patrimonio zootecnico, dell’economia degli allevatori, riduzione dell’impatto ambientale degli allevamenti e ausilio imprescindibile per i Veterinari Liberi Professionisti.

Autori: Raffaele Luigi Sciorsci, Annalisa Rizzo