Costi produttivi , costi finanziari , costi contributivi , costi burocratici sono oneri gravosi che frenano sviluppo e competitività , oneri che bisogna imparare a gestire con la pianificazione d’impresa, in modo da evitare di finire fuori mercato. Oggi più che mai le imprese Agricole Italiane (qualsiasi sia la loro dimensione ) non possono più permettersi di avere una gestione approssimativa della realtà economica e dell’organigramma aziendale, in questo turbolento contesto economico non possono più permettersi (questo accade soprattutto al Meridione) di navigare a vista, ma è necessario dotarsi di una rotta e di una bussola, onde evitare il naufragio…

Molte sono le aziende che in questi ultimi anni stanno avendo grandissime difficoltà a doversi confrontare con un contesto economico altamente instabile ,che comporta grande crisi di liquidità aziendale, dovuta ad improvvisi aumenti dei costi (di cui abbiamo accennato in precedenza) , ed uno dei primi interventi da effettuare sull’azienda quando ci si rende conto che si sta per finire…… “ in balia delle onde “ si chiama: Ristrutturazione del Debito Aziendale. Un Piano di ristrutturazione aziendale ha come obbiettivo, quello di ristabilire l’equilibrio finanziario, ossia la correlazione qualitativa e quantitativa tra fonti di finanziamento e impieghi, in modo da poter ristabilire le basi per poter rilanciare l’azienda sul Mercato.

Il primo passo da muovere in una ristrutturazione del debito consiste nell’analizzare le cause del dissesto e valutare le reali capacità di ripresa dell’azienda. Attraverso un’approfondita analisi della documentazione contabile e gestionale degli anni precedenti e della situazione attuale, vengono identificate le cause della crisi e le possibili soluzioni per affrontare il peso del debito e i problemi di cassa e liquidità. Una Ristrutturazione/rinegoziazione del debito si articola in diverse fasi (che in base alla gravità della crisi aziendale si susseguono e si alternano ) di seguito suddivise sinteticamente in cinque punti.

  1. 1) Predisposizione di un piano di rateizzazione dei debiti verso i fornitori senza che ciò comporti un’ interruzione del rapporto con quest’ultimi. In alcuni casi tuttavia il piano potrà prevedere anche lo “stralcio”, spesso con percentuali importanti, di alcuni debiti nei confronti di quei fornitori che magari non sono più strategici per il prosieguo dell’attività e di cui l’azienda potrebbe fare a meno in futuro;
  2. 2) Analisi delle esposizioni bancaria, con successiva individuazione
    a)di possibili somme da richiedere a rimborso dell’Istituto (interessi ultra legali, commissioni massimo scoperto ed anatocismo.
    b) Instaurazione di una trattativa con lo scopo di rimodulare il debito a breve termine, in debito a lungo termine, in modo da migliorare l’equilibrio finanziario dell’azienda. In tale fase, se fossero individuati dei crediti verso la banca per interessi non dovuti e precedentemente pagati, verrebbe chiesta anche la loro compensazione
  3. Rateizzazione dei debiti fiscali e previdenziali;
  4. In alcuni Casi sarà necessario richiedere una stralcio parziale di alcuni creditori, e quindi occorrerà introdurre l’adozione : dell’ex Art. 67 del Piano di Ristrutturazione, ovviamente con l’aiuto di un professionista abilitato, in maniera tale da eliminare i rischi derivanti da possibili azioni revocatorie. E’ importante in tal caso tenere presente che la nuova normativa, che ha l’intento di favorire la risoluzione delle crisi, ha l’obiettivo di non aggravare per l’impresa in crisi le possibilità di uscita, e di permettere il superamento della stessa, favorendo anzi, un contesto preparatorio a tale obiettivo, diretto ad assicurare protezione o, quanto meno, meccanismi non sanzionatori ad una serie di atti, pagamenti o garanzie rilasciate in previsione di un risanamento aziendale caratterizzato da comprovate e ragionevoli previsioni di Professionisti.
  5. Quando invece il livello di crisi aziendale si aggrava , si richiede l’intervento dell’autorità giudiziale che è in grado di garantire piena legittimità alla trattativa privatistica intervenuta in precedenza. Infatti gli accordi privati fra azienda e creditori sulla sistemazione dei debiti con questa procedura sono soggetti al giudizio di omologazione da parte del tribunale che rende opponibile ai terzi l’accordo stipulato tra azienda e creditori. Bisogna fare attenzione però perché non si tratta di una procedura concorsuale , infatti l’art. 182 Bis L.F. prevede che: “l’imprenditore in stato di crisi può domandare, depositando la documentazione di cui all’art. 161, l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti stipulato con i creditori che rappresentino almeno il 60% dei crediti, unitamente all’attestazione redatta da un professionista in possesso dei requisiti di cui all’art.67 ….”
    Con l’accordo di ristrutturazione dei debiti oltre ad avere la possibilità di ridurre la massa debitoria, anche senza il consenso di tutti i creditori, si può accedere, ED E’ L’UNICO CASO, alla Transazione Fiscale art.182 ter l.fall. consistente nel pagamento parziale dei debiti fiscali. Sostanzialmente si stralciano e si rateizzano i debiti fiscali!!!

Gestire un’azienda agricola, non importa se grande, media o piccola presenta non poche difficoltà per ciò che si deve fare e per come lo si deve fare, essa richiede impieghi ben definiti, competenze specializzazioni, adattamenti e flessibilità.
Ci sono tanti strumenti, finanziari ,agevolati e legali purtroppo poco conosciuti dal comparto agricolo, che in questo tristissimo momento economico possono essere di supporto e salvaguardia per gli imprenditori agricoli Italiani, che hanno fatto della loro scelta lavorativa una scelta di vita. L’imprenditore agricolo Italiano è dunque la sua impresa, in essa versa tutto se stesso, le sue doti le sue energie le sue risorse personali ed economiche , la sua volontà e le sue aspettative, l’impresa agricola rappresenta la vita stessa dell’imprenditore