Le performances della Frisona oggi sono veramente impressionanti. Ci sono aziende che producono oltre i 110 q.li di media per capo all’anno e con titoli intorno a 3,6 di grasso e 3,37 di proteina %. Questi dati sono confermati dal trend generale della razza che è passata dalla media produttiva di circa 80 q.li al 3,1% di proteina negli anni 90 ai circa 91 q.li al 3,67 di grasso e il 3,35 di proteina % del 2011.

La razza Frisona è dunque diventata una super produttrice di latte di qualità. I dati ufficiali ANAFI dicono anche che il livello di longevità medio della razza è rimasto costante nel tempo, cosi come il livello generale di resistenza alle mastiti. Associato a questi trend positivi si osserva un peggioramento del livello di fertilità della popolazione ma i dati delle aziende dimostrano ogni giorno come sia possibile, attraverso una buona gestione, combinare alte produzioni con una buona fertilità.

C’è chi sostiene che la gestione di queste super produttrici di latte sia diventata troppo complessa e che quindi l’unica soluzione sia quella di abbandonarle per incrociarle con razze selezionate da anni per la funzionalità come le razze pezzate rosse del Nord Europa. In realtà la Frisona ha oggi al suo interno tutte le risorse per migliorare fertilità e funzionalità a livello genetico: è possibile scegliere tori con buon indici produttivi e funzionali che migliorano anche la fertilità.

Dal 2009 inoltre la fertilità è stata inserita nell’indice di selezione della razza. L’incrocio con altre razze è una scelta legittima. E’ una scelta però che non mette al riparo dalla complessità. L’eterosi responsabile della maggior parte dei vantaggi osservati nella prima generazione può essere mantenuta elevata solo con l’incrocio attento di 3 razze. Il nodo è e rimane la gestione: la scelta è tra quella specializzata di una bovina ad alta produzione a quella “di una volta” che produce buoni risultati solo con animali più rustici e livelli genetici mediocri.