Una delle sfide più grandi che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi decenni, è la necessità di fornire cibo adeguato alla popolazione in continuo aumento numerico, ed auspicabilmente ad una quota sempre maggiore di popolazione in uscita dalla povertà e dalla scarsità di cibo.
Anche il settore della produzione di latte è e sarà coinvolto a pieno titolo in questa dinamica.
Il nostro settore, nel nostro Paese, ha avviato da poco tempo un processo di profonda trasformazione che è prevedibile nel volgere di pochi anni (5? 10?) ne cambierà profondamente i connotati.
Già oggi si può dire che il nostro settore si va “industrializzando”.
La prima cosa che si nota di questo processo, è la forte crescita delle dimensioni aziendali. Per quanto importante, non è tuttavia il fattore dimensionale la caratteristica che definisce il processo produttivo in termini “industriali”. Mi si perdonerà se uso l’aggettivo “industriale” come se costituisse un livello superiore della gestione agricola. Tuttavia, nel gergo comune di noi agricoli questa è un’idea diffusa.
Dunque, la zootecnia da latte è indirizzata a diventare non un’industria, ovviamente, bensì un sistema agricolo di produzione di latte con una gestione di tipo industriale.
Proviamo dunque ad elencare alcune caratteristiche di questa gestione:
- La dimensione è un primo fattore. Non tanto in termini assoluti, poiché non si può pensare che tutti possano avere mille vacche in mungitura. La dimensione è intesa come incremento rispetto a quella attuale. Un’azienda che fra cinque o dieci anni avesse ancora le attuali dimensioni è probabile che stia facendo un pisolino. E, forse, potrebbe risvegliarsi in un mondo per il quale non sarà attrezzata.
- La presenza di un metodo esplicito di gestione, noto e condiviso da chi ci lavora. Una parte di questo metodo è costituito da procedure di gestione. Nel senso che è stabilito, a volte anche per iscritto, come comportarsi nelle normali condizioni operative.
- La gestione competitiva degli acquisti. Nel senso che è tenuta viva la competizione tra i potenziali fornitori.
- La presenza di un conto economico come elemento fondativo dell’attività.
- La presenza di un controllo tecnico ed economico di gestione. E’ l’occasione (mensile?) in cui si fa il punto sull’andamento del mese precedente e si decidono gli interventi e le rettifiche da apportare.
- Per quanto possibile, è scisso il ruolo di chi fornisce prodotti dal ruolo di chi fornisce servizi.
- Oltre a remunerare il lavoro ed il capitale, l’impresa deve produrre il reddito che ripaghi il rischio e che consenta i necessari investimenti.
Per quanto ovviamente l’elenco non abbia la pretesa di essere esaustivo, credo che contenga la filosofia di gestione che il settore sarà chiamato a sviluppare nei prossimi anni. Credo anche che sia opportuno assorbire tali principi (o analoghi), se vogliamo evitare che altri assorbano la nostra attività.
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