La zootecnia da latte israeliana ha un indubbio fascino perché allevare bovine da latte in un contesto difficile come quello in Israele e avere prestazioni produttive, sanitarie e riproduttive così eccellenti lascia sempre stupiti. Meraviglia anche il loro pragmatismo, che semplifica il lavoro e lascia anche tanto libero. Bisogna però dire che il modello israeliano di gestire le bovine da latte è in Italia non integralmente applicabile perché il nostro individualismo, protagonismo e la nostra creatività rendono italiani e israeliani culturalmente molto distanti.
Negli anni sono stati molti gli allevatori italiani che sono andati a visitare gli allevamenti israeliani per poi portarsi a casa idee e soluzioni. Personalmente sono andato molte volte in Israele, e nel 2013 con il Prof. Maurizio Monaci fu siglato un accordo di didattica e ricerca con Hachaklait e il nostro master in Dairy Production Medicine presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Perugia.
Hachaklait è un’organizzazione per servizi veterinari clinici di proprietà degli allevatori in Israele, fondata oltre 100 anni fa, che attualmente impiega circa 50 veterinari. Serve quasi l’80% della popolazione di bovini da latte in Israele, tra cui quasi 700 allevamenti da latte con oltre 90.000 capi adulti, circa 50 allevamenti di bovini con 20.000 fattrici e 30.000 animali da ingrasso in 250 allevamenti, oltre a 200 allevamenti di pecore e capre.
Quando lo scorso anno mi contattò Benny Sharir della suddetta cooperativa per chiedermi aiuto nell’organizzare un viaggio studio in Italia di allevatori israeliani ho dato la mia piena disponibilità perché eventi di questo tipo non sono poi così frequenti, a testimonianza di quanto il nostro modo d’intendere la produzione di latte bovino e la sua trasformazione stiano diventando all’estero molto attraenti. A testimonianza del loro stile nell’affrontare e risolvere i problemi è il questionario che mi hanno inviato per sintetizzare le informazioni che vorrebbero acquisire nelle visite ai vari allevamenti italiani prescelti, e che possono essere utili per selezionare le informazioni indispensabili per esercitare al meglio la professione sanitaria di consulente degli allevamenti di bovine da latte. Di seguito ne sintetizziamo alcune:
- Gestione delle malattie infettive. Qual è la prevalenza e quali sono le misure di controllo nei confronti della BVD, la BRD, le clostridiosi, la sindrome emorragica del digiuno, la dermatite digitale, etc.? Quali sono i dettagli dei piani vaccinali adottati in tutte le fasi dell’allevamento?
- Gestione della salute della mammella. Qual è la prevalenza delle mastiti cliniche e sub-cliniche e dei patogeni? Come vengono gestiti il dry-off, le aree di riposo, la mungitura e la disinfezione delle mammelle?
- La gestione della riproduzione. Quali sono percentualmente le tecniche utilizzate in allevamento per rilevare le gravidanze (ecografia, palpazione trans-rettale e biomarker del latte)? Come vengono gestite le fecondazioni (calori rilevati visivamente o con sensori, TAI)? Quali sono le performance riproduttive suddivise per tutta la stalla, le primipare, le secondipare e le pluripare (mediana dell’intervallo parto-concepimento, CR e PR e percentuale di vacche vuote > 150 giorni di lattazione)? A che età vengono inseminate le manze per la prima volta? Quante bovine, e con quale criterio, vengono fecondate con i tori da carne? Se e come viene gestito il piano d’accoppiamento? Qual è la percentuale di utilizzo del seme sessato?
- Le performance produttive. Qual è la produzione al picco divisa tra primipare, secondipare e pluripare? Come sta evolvendo l’EVM della stalla e la produzione a 305 gg? Con quale routine vengono monitorate le produzioni?
- Le patologie della fase di transizione. Che prevalenza hanno e come vengono gestite?
- La rimonta. Qual è il tasso di rimonta e quanti animali vengono eliminati entro i 60gg di lattazione? Per la rimonta vengono introdotte manze o vacche dall’esterno?
- Patologie neonatali. Come viene valutata la qualità del colostro? Con quale frequenza viene valutata? Come viene gestita la decornazione? Qual è la prevalenza e come avviene il controllo delle patologie neonatali? Che tipo di latte viene utilizzato?
In Israele c’è un complesso sistema di cooperative, spesso di proprietà degli allevatori, che fornisce servizi e prodotti alle aziende. Essendo tutto molto centralizzato, e la mentalità degli allevatori e dei tecnici molto omogenea, è evidente che è facile standardizzare molte fasi del processo produttivo. Le cose però evolvono, per cui accompagnando direttamente gli allevatori e i veterinari in questo tour di studio avrò modo di confrontarmi con lo loro e di aggiornarvi sulle novità.
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