Il termine “preparazione al parto” definisce quel periodo, solitamente di tre settimane, che precede il parto, anche detto close-up. Questa fase ha nella bovina da latte una fondamentale importanza per il pieno successo della successiva lattazione. L’alimentazione della fase centrale dell’asciutta serve a questi animali per attingere a quei nutrienti di cui hanno bisogno e mantenere in “vita”, seppur ad attività ridotta, l’ecosistema ruminale. Eccessi energetici e di alcuni minerali come il calcio, il fosforo e il potassio, e le carenze di zolfo, magnesio e antiossidanti, possono essere causa diretta e indiretta di molte malattie metaboliche d’inizio lattazione. Durante la preparazione al parto si aumenta la concentrazione proteica, energetica e vitaminica delle razioni per far fronte agli aumentati fabbisogni derivanti dall’alto tasso di crescita del feto, per la produzione di colostro e per il fare scorte di aminoacidi (proteine labili) e glucosio (glicogene). Inoltre, si calibra attentamente l’apporto minerale ricorrendo al calcolo della DCAD se si sospettano un andamento cronico e un’alta prevalenza della sindrome ipocalcemica. In questa fase il calo d’ingestione è evidente, per cui il rischio di generare carenze è molto alto.
Le diete più concentrate della preparazione al parto servono anche per aumentare l’entità delle fermentazioni ruminali e “allenare” il rumine, o meglio il suo epitelio, ad assorbire molti più acidi grassi rispetto all’asciutta una volta che inizia la lattazione e la dieta cambia. Costruire un protocollo nutrizionale e manageriale standard che vada bene per tutti gli allevamenti può sembrare facile e scontato, ma non lo è affatto. In pratica, ogni stalla ha il suo, che è anche soggetto a continue variazioni, almeno in quelli che tengono attentamente monitorate le malattie metaboliche e l’andamento della fertilità.
Ma perché succede questo?
Una grande variabile in gioco è proprio la durata della preparazione al parto. Non sono molti gli studi disponibili che riportano quale sia la durata ideale della preparazione al parto ma si tende a propendere per le tre o quattro settimane, sempre che si sia scelta una lunghezza dell’asciutta di circa 60 giorni. Nel caso di asciutte corte, ossia di 45 giorni, si tende a fare una razione unica che comprenda sia l’asciutta vera e propria che la preparazione al parto, per evitare in un lasso di tempo così corto due cambi di razione anche piuttosto drastici. In caso di asciutte corte si consiglia quindi di procedere così, eventualmente aggiungendo nel close-up specifici additivi se ci sono gravi problemi metabolici nel post-partum. Uno degli aspetti più complessi è determinare l’esatta data in cui iniziare la preparazione al parto, perché una durata troppo corta o troppo lunga di questa fase è un importante fattore di rischio per le malattie metaboliche dell’inizio lattazione. In un interessante ricerca di H.D. Norman ed altri, pubblicata su Journal of Dairy Science (92:2259-2269), viene analizzata dagli autori la lunghezza della gravidanza (LG) di 11 milioni di parti di bovine da latte di diverse razze avvenuti dal 1999 al 2006 in 7 stati USA.
Razza | Durata gestazione | |
---|---|---|
Primipare | Pluripare | |
Frisona | 277.8 | 279.4 |
Jersey | 279.3 | 281.1 |
Brown Swiss | 287.2 | 287.5 |
Deviazione standard media 5-6 giorni |
Nel corso della ricerca si è evidenziato che:
- Per le vacche di razza frisona la LG era di due giorni più breve per i concepimenti di ottobre rispetto a quelli di gennaio e gebbraio.
- La LG era più corta di 7 – 5.6 giorni per le nascite multiple dello stesso sesso rispetto a femmine/maschi.
- La LG aveva 8 giorni in più per lattazioni di 250 giorni rispetto a quelle di durata ≥ 501 gg.
- La LG era più breve di 6 gg per un produzione complessiva di 80 q.li rispetto ad una ≥ 140 q.li.
In ogni caso, si considera una LG media di 280 giorni. Questo serve per avere un parametro oggettivo medio per iniziare la preparazione al parto da aggiustare successivamente rispetto ai dati effettivi dei singoli allevamenti. Utilizzando questo criterio, già a 259 giorni di gravidanza si devono spostare le bovine nel gruppo di preparazione al parto, oppure si può semplicemente cambiargli la dieta. Silva ed altri hanno pubblicato nel 1992 un lavoro sul Journal of Dairy Science (75:288-293) dove sono stati elaborati i dati provenienti da 7 allevamenti di vacche da latte in Florida dove venivano allevate Guernsey, Holstein e Jersey. La conclusione degli autori è che la lunghezza della gravidanza è in aumento nel tempo; in questo caso di 0.08 giorni all’anno, che equivalgono a 4 giorni in 50 anni. Le bovine più anziane hanno una LG più lunga rispetto alle giovani. Nei bovini da carne i parti estivi derivano da LG più corte. Le LG di gravidanze di vitelli maschi sembrano essere più lunghe di 1-2 giorni rispetto alle femmine. E’ stata individuata una correlazione genetica positiva tra la produzione di latte e la durata della gravidanza. Attraverso l’embryo-transfer si è potuto comunque osservare che ai fini di determinare la LG è più importante la razza dei vitelli che quella della ricevente. I parti gemellari o trigemellari sono associati con una LG più breve di, rispettivamente, 6.8 e 12.7 giorni, rispetto ai parti singoli. Secondo Azzam e Nielsen (Journal of Animal Science 64:348-356), nei gemelli di razze da carne la LG si riduce di 4-5 gg rispetto alla singole femmine e di 5-8 giorni rispetto ai maschi singoli.
Conclusioni
La data effettiva dell’asciutta e quella della preparazione al parto sono due importanti fattori di rischio per buona parte della malattie metaboliche, o almeno di quelle che hanno il picco di prevalenza nella fase del puerperio. Inoltre, queste due “date” condizionano sia la lattazione successiva che la precoce ripresa della gravidanza. In fase di analisi di questa variabile è importante sia considerare la durata media effettiva dell’asciutta che quella della preparazione al parto, ma anche individuare quegli individui in cui questi due periodi sono stati o troppo brevi o troppo lunghi, per prendere i più giusti provvedimenti.
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