La vitellaia è un settore strategico dell’allevamento della bovina da latte. Rappresenta il prodotto finale di una corretta gestione riproduttiva (+ gravidanze = + vitelli), ma anche la genesi di una mandria produttiva ed efficiente. L’allevamento del vitello da latte ha delle peculiarità rispetto ad altre specie animali, che consistono nella necessità di una precoce separazione dalla madre e il fatto di nascere completamente privi di immunoglobuline; queste condizioni impongono un sistema di lavoro particolarmente disciplinato per mantenere un elevato grado di benessere sanitario. L’adozione di una routine giornaliera basata sulle principali evidenze scientifiche è sicuramente il primo passo da fare, ma spesso non è sufficiente. I sistemi biologici hanno il “difetto” di non rispondere in maniera sempre prevedibile e costante ai protocolli, anche quando questi rispettano le indicazioni della letteratura medica; ne consegue la necessità di adottare dei sistemi di monitoraggio che siano semplici ed in grado di restituirci una serie di informazioni utili alla verifica dell’intero processo.
In questo lavoro si mettono in evidenza i risultati di nove mesi di raccolta dati e monitoraggio riguardo la pratica della colostratura in un allevamento di vacche da latte di razza frisona nel centro Italia. La procedura operativa che l’azienda utilizza è la seguente: alla nascita il vitello viene separato dalla madre e alloggiato in un box singolo pulito e disinfettato, la bovina viene munta immediatamente e il colostro somministrato entro le tre ore dalla nascita. Le bovine che partoriscono in orario notturno vengono munte la mattina tra le ore 05:00 e le ore 07:00, ed il colostro è somministrato entro le ore 09:30. Il colostro viene valutato visivamente, analizzato tramite rifrattometro ottico, riscaldato a 40° C e somministrato nella dose corrispondente al 10% del peso del vitello (3 – 4 litri). Nel caso in cui la quantità di colostro raccolto dovesse essere insufficiente, o la qualità misurata in gradi brix fosse scarsa (< 25 gradi brix), si utilizza un’integrazione con colostro congelato (> 30 gradi brix) o una preparazione commerciale di colostro liofilizzato. La somministrazione del colostro viene effettuata esclusivamente tramite l’utilizzo della sonda esofagea. Le vitelle frisone femmine sono pesate alla nascita e il siero ematico, raccolto a 2 giorni di vita, viene analizzato con rifrattometro ottico per valutare l’efficienza del trasferimento di immunità passiva colostrale. Si è utilizzato un rifrattometro ottico per sottolineare la possibilità di fare monitoraggio attraverso l’utilizzo di strumenti semplici da usare e molto economici, pur mantenendo un livello elevato di efficacia.
Di seguito, un fac-simile della scheda utilizzata per il monitoraggio:
In 9 mesi sono stati monitorati 165 parti, raccogliendo e analizzando altrettanti campioni di colostro. I risultati sono riportati nel grafico:
Nel grafico seguente sono riportate le bovine oggetto del monitoraggio, distinte per numero di lattazioni:
Di 165 parti monitorati, 97 (59%) sono avvenuti in orario diurno (05:00/20:00), 65 (40%) in orario notturno (20:00/05:00) e di tre (1%) non è stato registrato l’orario del parto.
Nel grafico successivo sono riportate le percentuali di campioni di colostro stratificate per intervalli di gradi brix e distinti tra parti avvenuti in orario notturno e orario diurno.
Si è quindi messa in relazione la qualità del colostro (media gradi brix) con il numero di lattazioni delle bovine oggetto di monitoraggio, ancora una volta divise in base all’orario del parto (parto diurno/parto notturno).
È molto interessante notare che la qualità del colostro raccolto da bovine che hanno partorito in orario diurno è, in media, lievemente più bassa rispetto alla qualità del colostro delle bovine che hanno partorito durante la notte, sebbene il tempo che passa tra il parto e la raccolta sia mediamente più breve nel caso dei parti in orario diurno. Questo dato è in controtendenza rispetto a quanto riportato in letteratura scientifica, secondo cui la qualità del colostro diminuisce con l’allungarsi della distanza tra il momento della raccolta e l’orario del parto.
L’azienda fa largo uso di fiale di materiale seminale di tori da carne sulle vacche pluripare, mentre sulle manze e sulle vacche primipare si utilizza principalmente il seme sessato. Alla nascita vengono pesate esclusivamente le vitelle femmine di razza frisona. Si riportano i risultati di un campione rappresentativo nel grafico seguente.
La valutazione del trasferimento di immunità passiva colostrale prevede un prelievo di sangue venoso dalla vena giugulare effettuato 48 ore dopo la nascita. Il sangue ottenuto viene conservato in una provetta senza anticoagulante e, dopo la retrazione del coagulo, viene raccolta una piccola quantità di siero immediatamente analizzata con un rifrattometro ottico. I risultati delle prove sono riportati nel grafico seguente.
Si è poi voluto verificare la differenza del trasferimento di immunità colostrale tra i parti avvenuti in orario notturno e quelli avvenuti in orario diurno. La differenza sostanziale risiede nel fatto che il parto notturno avviene in orario indefinito, per cui la somministrazione di colostro può avvenire ben oltre le tre ore dal parto, limite sempre rispettato per quanto riguarda i parti che avvengono in orario diurno.
È molto interessante notare la differenza di trasferimento di immunità passiva colostrale tra i parti avvenuti in orario notturno e i parti avvenuti durante il giorno. In quest’ultimo caso, più della metà dei sieri ematici testati con il rifrattometro ottico ha dimostrato avere livelli ottimi di trasferimento (> 10 gradi brix), a differenza delle vitelle nate durante la notte, in cui solo 1 su 3 (33%) ha avuto un valore > 10 gradi brix.
Questo dato è ancora più interessante se messo in relazione con la qualità del colostro raccolto in bovine che avevano partorito durante la notte. Sebbene ci fosse una certa differenza nella qualità del colostro tra parto diurno e parto notturno, a favore di quest’ultimo, rimane evidente quanto sia decisivo ai fini di un buon trasferimento di immunità passiva l’intervallo di tempo tra la nascita del vitello e l’assunzione del colostro. Si ricorda infatti che la routine aziendale prevede la colostratura sistematica entro le tre ore dal parto per i vitelli nati durante il giorno, mentre per i vitelli nati in orario notturno (20:00/05:00) si assicura la colostratura entro le 09:00, determinando, quindi, un intervallo nascita – colostratura decisamente variabile (fino a 12 ore). Il parto notturno non vigilato rimane quindi un fattore di rischio importante nel fenomeno di failure passive transfer (fallimento del trasferimento di immunità passiva colostrale), soprattutto a causa del maggiore tempo che separa il momento del parto dal momento dell’assunzione del colostro.
L’intento dell’articolo è quello di sensibilizzare il lettore alla necessità di adottare dei sistemi di monitoraggio che, una volta elaborati, possono restituirci un quadro sufficientemente chiaro delle procedure messe in atto in allevamento. I dati ottenuti rappresentano spesso una base solida su cui basare le decisioni, in modo che gli interventi possano essere fatti con consapevolezza e lucidità. Gli ambiti possono essere i più diversi, in questo caso è la colostratura, ma potrebbe essere la riproduzione, l’alimentazione, l’accrescimento della rimonta, la qualità del latte ecc.
Mi preme sottolineare che tutto il lavoro ha richiesto l’impiego di pochissimi mezzi tecnici (carta e penna, un rifrattometro ottico da 20€ e un foglio excel), ma soprattutto tanta determinazione e disciplina da parte del Dott. Daniel Manosalva e dei suoi collaboratori a cui va tutto il merito del lavoro precedentemente illustrato, e il mio ringraziamento con l’augurio che ciò possa essere d’ispirazione ad allevatori, tecnici e colleghi veterinari.
Autori
Daniel Manosalva e Marco Spagnolo, medici veterinari.
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