Compito ed etica del giornalismo tecnico e dei professionisti, che esercitano la loro attività a servizio degli allevatori, è utilizzare e trasmettere conoscenze “robuste” ossia che una volta applicate diano un reale e concreto vantaggio economico a chi ne usufruisce.
Nel passato era maggiormente l’esperienza e la reputazione la migliore garanzia di professionalità. Dalla nascita dapprima di internet e poi del web le informazioni viaggiano quasi in tempo reale. Il non sapere è una scelta e non una necessità in quanto la cultura è a disposizione di tutti e, nella maggior parte dei casi, a costi irrisori. Questo facile accesso alle informazioni tecniche è stato si un progresso ma anche ha creato problemi nuovi agli zootecnici ed ai veterinari.
Oltre al web abbiamo le riviste divulgative, quelle scientifiche, i convegni e la divulgazione dell’industria ossia una massa d’informazioni tale, e molto spesso contraddittoria, che in molti casi disorienta gli allevatori ed i loro consulenti. La sorgente di ogni concetto tecnico è la ricerca scientifica ed i tecnici hanno la necessità di saperne valutare la qualità prima di trasmetterla all’allevatore.
E’ un po’ come avviene nella scelta di un toro. Un toro tanto più vale quanto più riesce a trasmettere alcuni caratteri favorevoli alla discendenza ossia rendere migliori le proprie figlie rispetto alla popolazione. Tanto più vale quanto più sarà “ripetibili” il miglioramento che in grado di trasmettere. Lo stesso si può dire per i concetti tecnici.
I veterinari e gli zootecnici hanno il dovere di saper “valutare la ricerca” con le stesse tecniche e lo stesso rigore dei centri genetici e con gli strumenti nuovi che la “scientometria” ci ha messo a disposizione.
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