La fase di transizione della bovina da latte è caratterizzata dal bilancio energetico negativo sia per la limitata capacità di ingestione che per l’attivazione dell’omeoresi, responsabile di una transitoria insulino-resistenza. L’omeoresi peripartale mobilizza le riserve corporee nelle ultime fasi dell’accrescimento del feto e durante la lattazione. Quando la lipomobilizzazione supera la capacità degli epatociti di ossidare i lipidi è stimolata la chetogenesi, la produzione delle specie reattive dell’ossigeno e dei mediatori della flogosi. La lipidosi è una sindrome che può interessare fino al 40% delle bovine in forma subclinica e si manifesta con chetosi, ipogalassia, infertilità ed immunodepressione. Per prevenire l’accumulo dei trigliceridi, gli epatociti mobilizzano i lipidi in eccesso all’interno delle lipoproteine VLDL (very low-density lipoproteins). Le VLDL vengono prodotte dagli epatociti, ma nella bovina la loro sintesi è poco efficiente rispetto all’intensa lipomobilizzazione della fase della transizione.
Qui di seguito vengono riportati i risultati preliminari circa il monitoraggio delle concentrazioni delle lipoproteine HDL (high-density lipoproteins), LDL (low-density) e VLDL (very low-density) in 14 bovine di razza Frisona durante la fase dell’ asciutta. Il disegno sperimentale veniva articolato in tre diversi momenti funzionali della bovina: -60 e -30 giorni dal termine della gravidanza e al parto (giorno 0); venivano effettuati l’esame obiettivo generale, la valutazione del body condition score e i prelievi ematici per le determinazioni emocromocitometriche e biochimiche. Sono state determinate le concentrazioni degli acidi grassi non esterificati (NEFA), del b – idrossibutirrato (BHB), del colesterolo e delle lipoproteine HDL, VLDL e LDL. Fino al 60° giorno postpartum veniva eseguita, due volte durante la settimana, la visita ginecologica per il follow-up riproduttivo. Venivano estrapolati dal software gestionale gli intervalli parto-prima fecondazione e parto-concepimento ed il numero di interventi fecondativi per gravidanza. Le bovine venivano assegnate a tre gruppi: sane, dislocazione abomasale sinistra e disordini riproduttivi (ritenzione delle membrane fetali, metrite).
Al parto le bovine dei tre gruppi erano in bilancio energetico negativo, come evidenziato dalle concentrazioni medie di NEFA di 0.53 ± 0.38 mmol/L, 1.08 ± 0.13 mmol/L e 0.63 ± 0.40 mmol/L nelle bovine sane, affette da dislocazione abomasale sinistra e da disordini riproduttivi, rispettivamente.
In tutte le bovine le concentrazioni di BHB erano oltre il limite massimo di riferimento (1.4 mmol/L), definendo pertanto una condizione di chetosi subclinica. L’origine endogena del BHB era confermata dall’assenza dei composti chetogenici nell’unifeed. Nelle bovine sane la concentrazione delle bilirubine ed il rapporto NEFA/colesterolo erano nei limiti di riferimento. Invece, negli animali con dislocazione abomasale sinistra e con disordini riproduttivi, tali parametri presentavano un incremento al giorno 0 (>0.5 mg/dL per la bilirubina totale e >0.3 per il rapporto NEFA/colesterolo) che si evidenziava già a -30 giorni dal parto nelle bovine con disordini riproduttivi. Le concentrazioni elevate di NEFA, inducendo la massiva chelazione degli ioni calcio, possono contribuire all’insorgenza dell’atonia uterina peripartale, della ritenzione delle membrane fetali e della metrite. L’aumento dei NEFA e l’iperchetonemia possono essere inoltre responsabili dell’immunodepressione per il loro effetto leucotossico.
In tutti i gruppi sono stati rilevati valori di glicemia prossimi al limite superiore di riferimento di 70-75mg/dL.
Le due classi VLDL ed LDL hanno mostrato andamenti simili tra i gruppi nell’asciutta, con aumento negli ultimi 30 giorni della gestazione e successivo declino al parto. Inoltre, le bovine sane hanno mostrato concentrazioni inferiori di VLDL (2.86 ± 1.32 %) rispetto a quelle con dislocazione abomasale (4.65 ± 4.03 %). Poiché le LDL derivano dal catabolismo periferico dalle VLDL ed hanno una emivita maggiore, esse riflettono l’andamento del turnover VLDL-LDL. Nel gruppo delle bovine sane le concentrazioni di LDL risultavano maggiori rispetto agli altri due, confermando pertanto l’efficienza del turnover lipoproteico.
Rispetto alle bovine con patologie riproduttive, in quelle sane con efficace turnover lipoproteico, si è registrata una riduzione del numero medio di interventi fecondativi per gravidanza (2.50 ± 0.54 vs 4.00 ± 2.00) e degli intervalli parto – prima fecondazione e parto – concepimento di 20 e 40 giorni, rispettivamente.
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