La Rinotracheite Infettiva del Bovino (IBR) è una malattia infettiva contagiosa sostenuta dal virus BoHV-1 (Bovine Herpes Virus tipo 1). Il BoHV-1 è un virus erpetico che fa parte della famiglia Herpesviridae, sottofamiglia Alphaherpesvirinae, genere Varicellovirus. Strutturalmente è un virus dotato di envelope e con un capside a simmetria icosaedrica. Il materiale genetico è costituito da un doppio filamento di DNA. Sono stati identificati tre sottotipi di BoHV-1: il sottotipo 1, il sottotipo 2a e il sottotipo 2b. Il bovino è l’ospite naturale ma le specie sensibili all’infezione sono piuttosto numerose. Alcune di esse, come i suini, gli ovini e i caprini, possono esprimere una forma clinicamente manifesta mentre altre, come i cani, i cavalli, i bufali, i cervi, ecc., non manifestano la malattia e sviluppano unicamente una positività sierologica.

Patogenesi

Il bovino si infetta venendo a contatto con del materiale contaminato attraverso la mucosa del sistema respiratorio o riproduttivo. La principale via di trasmissione è il contatto diretto naso con naso oppure a livello genitale con il coito. Seguono con probabilità minore l’aerosol a distanza ravvicinata ed infine il contatto con persone, strutture o automezzi contaminati. Sono vie di infezione possibili, sebbene improbabili, la fecondazione artificiale con materiale seminale raccolto da animali infetti e l’impianto di embrioni contaminati. Le principali vie di escrezione del virus sono il secreto nasale, oculo-congiuntivale, le secrezioni genitali, lo sperma, la saliva e i liquidi fetali. Il BoHV-1 è un virus discretamente resistente nell’ambiente esterno, soprattutto con una temperatura ambientale bassa, ma è facilmente inattivato dalla maggior parte dei disinfettanti.

Dopo l’adesione alle cellule mucosali, il virus replica attivamente provocando aree focali di necrosi e inducendo un’intensa risposta infiammatoria locale. Un effetto importante dell’infezione di BoHV-1 è quello di indurre una riduzione dell’immunità cellulo-mediata e la perdita ciliare delle cellule epiteliali, aprendo la strada a superinfezioni di altri virus o batteri. L’infezione locale, in assenza di un’adeguata protezione immunitaria umorale (anticorpi neutralizzanti circolanti), sfocia in una diffusione sistemica del virus per via ematica (viremia).

I principali organi bersaglio sono l’utero, l’embrione, il feto, la placenta, la mammella e l’ovaio. In particolare, il corpo luteo è molto sensibile all’infezione di BoHV-1 che provoca necrosi del tessuto luteinico e una riduzione del livello ematico di progesterone. I disturbi della fertilità come l’aborto, l’endometrite e l’alterazione del ciclo ovarico possono essere conseguenti all’infezione respiratoria e a quella genitale. Come per gli altri virus erpetici, è molto comune il fenomeno della latenza. Dopo la prima fase di replicazione a livello mucosale, oltre alla viremia, il BoHV-1 raggiunge il sistema nervoso centrale attraverso le terminazioni nervose della mucosa, perde quindi il capside e permane nel nucleo delle cellule come DNA di forma circolare. I siti comuni di latenza sono i gangli del trigemino, in misura minore i centri germinali delle tonsille faringee (per le infezioni di origine respiratoria) e i gangli sacrali (per le infezioni di origine genitale). Il virus può essere riattivato dallo stato di latenza in seguito a qualsiasi situazione che determini un’immunodepressione: trasporto, altre infezioni, malattie, il parto, trattamenti con corticosteroidi ecc. L’escrezione virale può essere particolarmente intensa e duratura (fino a due/tre settimane) con un picco tra il 4° e il 6° giorno dall’inizio della malattia.

Sintomatologia

Dopo un breve periodo di incubazione della durata di 3-7 giorni, compaiono inappetenza improvvisa, forte calo della produzione di latte e una temperatura corporea elevata (fino a 42°C). L’intensa infiammazione delle mucose nasali e congiuntivali comporta un’ipersecrezione nasale sierosa, lacrimazione e fotofobia. In breve tempo nelle narici compaiono delle aree grigio-biancastre, la secrezione nasale diviene muco-fibrinosa e il respiro difficoltoso (dispnea inspiratoria), con un forte rumore sibilante di stenosi nasale che ben presto diventa stridore. Dopo qualche giorno il quadro respiratorio si complica per infezioni concomitanti con altri virus e batteri, la dispnea diviene mista e la malattia progredisce in forma bronco-polmonare grave che può protrarsi molto a lungo.

L’aborto da BoHV-1 è un evento molto comune in concomitanza di un’infezione acuta o una riattivazione del virus latente, ed è più probabile che avvenga nella seconda metà della gravidanza.

La trasmissione genitale del BoHV-1 esita in una balanopostite nel maschio e una vulvovaginite nella femmina. Dopo 1 – 3 giorni dal coito compaiono sulla mucosa del pene e del prepuzio, oppure della vulva e della vagina, delle pustole di 2-3 mm di diametro. Rapidamente le pustole tendono a confluire, quindi a ulcerare per poi scomparire dopo 10-15 giorni dall’esordio della malattia.

I vitelli possono infettarsi già durante la vita uterina, ma di regola lo fanno nel periodo perinatale a partire dalla madre o da altri soggetti della mandria. La malattia si manifesta nella prima settimana di vita in tre forme principali:

  • La forma respiratoria caratterizzata da un’infiammazione muco-purulenta della mucosa nasale, congiuntivale e faringea. Talvolta sono coinvolti anche i bronchi e i polmoni.
  • La forma digestiva che si manifesta con ipersalivazione, ulcere della mucosa orale e diarrea catarrale.
  • La forma generalizzata, particolarmente grave, che è caratterizzata da un mix delle due forme precedenti ed ha un decorso letale.

Concludiamo questo primo articolo sulla rinotracheite infettiva del bovino. Nel prossimo articolo prenderemo in esame l’epidemiologia e le misure di profilassi di questa temibile patologia che rappresenta ancora, in numerose aree d’Europa, una grande minaccia alla redditività delle aziende zootecniche.