In un allevamento da latte, oltre agli animali in produzione che sono quelli che contribuiscono a creare reddito per l’azienda, ci sono altre categorie di animali che, visti da un punto di vista economico, sono un costo: vitelle, manze e vacche in asciutta.
Nella sua carriera una bovina alterna momenti in cui è una fonte di costi a momenti in cui, oltre a far parte dei costi, determina in maniera significativa i ricavi dell’azienda. Soprattutto per quanto riguarda gli animali in produzione, è importante che gli spazi “produttivi” dell’azienda siano sempre occupati dall’animale potenzialmente più redditizio, e questo è solo uno dei tanti modi per essere più economicamente efficienti.
Sono pochi gli allevamenti che in Italia valutano l’opportunità di tenere in azienda solo il numero di manze sufficiente a coprire i fabbisogni di rimonta interna. Far partorire tutte le manze presenti, ancora di più nel caso di sovrannumero grazie all’uso del seme sessato, per capire dal loro livello di produzione quali potranno rimanere in azienda, è da una parte una tradizione radicata e dall’altra potenzialmente un controsenso economico. Può significare infatti forzare la sostituzione di animali più vecchi che però sono quelli che rendono economicamente forte l’azienda perché producono di più e restituiscono più di quello che costano, o dall’altra parte eliminare primipare che a quel punto della loro carriera costituiscono per il bilancio la perdita secca di tutto l’investimento fatto per portare l’animale al parto.
In maniera molto semplice da tempo il sistema dei controlli funzionali canadese fornisce a ciascuna azienda, sulla base di parametri economici definiti a livello provinciale e dei dati produttivi raccolti durante i controlli funzionali, una stima del valore economico complessivo della mandria in produzione e della singola bovina in lattazione. Questi dati sono quelli che hanno costituito la base per il nuovo indice economico canadese PRO$.
La semplicità dello strumento lo rende facilmente comprensibile a tutti gli allevatori. Le equazioni di stima del valore utilizzano un approccio che considera il profitto al netto dei costi di alimentazione (Return over feed = ROF) e quindi tiene conto del prezzo del latte e dei costi della razione che sono i due fattori che condizionano maggiormente l’efficienza economica di una azienda da latte.
Il primo costo che viene considerato è quello di allevamento che è la base di partenza per quantificare il valore economico di una primipara il giorno del parto. In parole semplici, il costo di allevamento è dato dal costo di allevamento della manza all’età di 730 giorni (24,5 mesi di età) e dall’eventuale costo di mantenimento associato ai giorni extra se la manza partorisce oltre i 730 mesi di età. Se la manza partorisce più giovane ovviamente avrà un costo inferiore. Questo significa che al momento del parto tutte le primipare costituiscono un valore negativo per l’azienda.
Una volta iniziata la produzione, una bovina comincia a produrre ricavi in base alla sua produzione. Per le bovine in lattazione il profitto viene calcolato sottraendo ai ricavi i costi in base a delle equazioni che quantificano:
- i RICAVI, calcolando il prezzo associato ai kg di grasso, proteina e altri solidi contenuti nel latte al netto dei costi di trasporto del latte prodotto.
- i COSTI, tenendo conto del costo fisso giornaliero e del costo di mantenimento per vacca moltiplicato per i giorni di lattazione sommati ai costi (fissi giornalieri e di mantenimento) per giorno di asciutta e al valore marginale e il costo di opportunità per ogni kg di grasso prodotto (in Canada, si ricorda, esiste un regime di quote a livello nazionale).
La Tabella 1 riporta alcuni dati estratti da un esempio del report individuale per ogni bovina chiamato “Profitability (Cow)” scaricabile dal sito: http://www.canwestdhi.com/herd%20reports.htm
Questi numeri evidenziano in modo immediato l’investimento associato ad ogni animale il giorno del primo parto e quanto di questo costo iniziale viene recuperato alla fine della prima lattazione e, successivamente, quanto economicamente differente sia il contributo in termini di profitto per giorno di lattazione delle pluripare rispetto agli animali giovani.
Per ogni allevamento viene poi prodotto un quadro riassuntivo delle performances complessive dell’allevamento (“Profitability (Herd)”) che riporta nell’ordine:
- la performance economica media di allevamento il giorno del primo parto (condizionato dall’età media al parto), alla fine della prima, della seconda e della terza lattazione ed in carriera, che lo collocano in una certa posizione rispetto agli altri allevamenti della provincia;
- la performance economica media delle vacche che hanno chiuso il terzo parto presenti in azienda, con le loro specifiche nel tempo (il giorno del primo parto, alla fine della prima lattazione etc…);
- la performance economica media delle vacche che hanno concluso la seconda lattazione, con le specifiche nel tempo;
- la performance economica media delle vacche che hanno chiuso la prima lattazione con i relativi dettagli;
- la profitto medio delle vacche che hanno cominciato la prima lattazione il giorno del parto.
A questa generale descrizione seguono poi dei riquadri sintetici che definiscono la posizione percentuale dell’allevamento rispetto agli altri allevamenti della provincia per profitto nelle diverse lattazioni e per età al parto nelle diverse lattazioni, e un quadro riassuntivo dei livelli medi per classi percentili della provincia. Tutte queste informazioni sono utili strumenti per valutare le proprie performances e mettere in atto eventuali strategie di miglioramento che in questo caso saranno legate in linea generale a costi di alimentazione, età al primo parto e fertilità complessiva.
Sono però indicazioni fondamentali per poter valutare quanto economicamente rendono le figlie delle diverse linee genetiche in azienda a conti fatti e in modo chiaro e semplice.
Tabella 1 – Alcuni esempi dei dati economici per singola bovina forniti dal sistema dei controlli canadese (dati espressi in dollari canadesi).
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