Il sessaggio del feto durante le visite ginecologiche di routine è un servizio che viene offerto o richiesto di rado nell’allevamento dei bovini sia da carne che da latte. Sebbene le applicazioni di questa tecnica possano essere numerose, la sua diffusione è condizionata pesantemente dalla diffidenza con cui in Italia ancora si guarda all’ecografia ginecologica buiatrica e la difficoltà di padronanza della tecnica di esecuzione da parte degli operatori. La tecnica di sessaggio di per sé non è difficile ma necessita di un periodo piuttosto lungo di “pratica deliberata” che ha lo scopo di far acquisire una naturalità della manualità necessaria ad una diagnosi rapida ed attendibile. In particolare, è necessario che il buiatra interessato ad offrire questo servizio si sottoponga ad un lungo periodo di apprendistato con il fine di coordinare i movimenti della mano esplorante con la vista dell’immagine ecografica che, a sua volta, indirizzerà i movimenti della mano stessa. Questo processo si apprende con la pratica disciplinata della mano che muove la sonda nel retto e l’allenamento visivo al riconoscimento delle strutture anatomiche scansionate in quel momento. Ancora una volta non ci sono scorciatoie, occorre tanto studio, disciplina e molte ore di pratica consapevole non solo per effettuare le ecografie ma soprattutto per allenare l’occhio alle immagini delle strutture esaminate (anche attraverso video e foto). Tuttavia, chiunque, dopo un training appropriato, può acquisire un’abilità sufficiente a sessare una gravidanza con una elevatissima precisione e attendibilità.

A puro titolo di esempio, alcuni motivi per cui un allevamento potrebbe richiedere il servizio di sessaggio fetale vanno ricercati in:

  • miglioramento del management aziendale. Il numero di vitelle e di manze necessarie alla rimonta è un dato che comincia ad essere monitorato con attenzione dalla maggior parte degli allevamenti. Avere un eccesso di manze non è desiderabile, tranne nel caso in cui l’allevamento voglia aumentare il numero di bovine in mungitura. Un servizio di sessaggio fetale può razionalizzare l’utilizzo del materiale seminale attraverso un bilanciamento consapevole tra seme convenzionale e sessato oppure definendo di volta in volta la percentuale delle dosi di tori da carne;
  • monitoraggio dei parti. Statisticamente il vitello maschio aumenta la percentuale di distocie per cui è possibile pianificare un sistema di monitoraggio dei parti orientando una maggiore attenzione sulle bovine maggiormente a rischio;
  • prezzo delle bovine vendute o acquistate. Conoscere il sesso del vitello di una bovina gravida permette di stabilire una congruità del suo valore economico in base alla finalità per cui viene acquistata o venduta. Ad esempio, se una bovina da latte avesse una gravidanza con un toro da carne, il feto maschio concorrerebbe ad aumentarne il valore di vendita oppure ad abbassarlo nel caso in cui il feto maschio fosse della stessa razza.

Il principio del sessaggio fetale è molto semplice in quanto si basa sull’individuazione del tubercolo genitale. Il tubercolo genitale è una struttura anatomica che darà vita al pene del maschio e al clitoride della femmina ed appare ecograficamente come una formazione fortemente ecogena (bianco brillante) e bilobata. Con l’avanzare della gravidanza il tubercolo genitale riduce la sua ecogenicità (diventa più grigio) e non appare bilobato ma piuttosto uniforme. La migrazione del tubercolo genitale si completa dal 55° al 60° giorno di gravidanza raggiungendo la posizione definitiva posteriormente alla giunzione tra il cordone ombelicale e l’addome (nel maschio) oppure sotto la base della coda (nella femmina). Quindi 60 giorni è il limite inferiore da cui partire per il sessaggio, ma con il procedere dell’esperienza si può scendere fino a 55 giorni; teoricamente non esisterebbe un limite temporale superiore, tuttavia, nella pratica il sessaggio è possibile fin quando il feto possa essere raggiunto e scansionato nella sua interezza (generalmente fino al 100° – 110° giorno di gravidanza).

Dal punto di vista operativo, si procede secondo un iter ben preciso stabilendo la posizione del feto e il suo orientamento rispetto alla sonda e per fare ciò occorre determinare alcune parti anatomiche del feto: la testa, il torace, l’ombelico e la coda. Una pratica assidua e disciplinata è necessaria per acquisire una padronanza nell’ individuazione e il riconoscimento delle varie strutture anatomiche, operazione spesso disturbata dai movimenti fetali rapidi e imprevedibili. Una volta stabilito l’orientamento del feto rispetto alla sonda, occorre prima cercare il tubercolo genitale maschile in posizione retrombelicale. Se il tubercolo è in quella posizione, il feto è un maschio (figura 1) e il sessaggio si considera concluso; in caso contrario, il tubercolo va ricercato in posizione subcaudale. Solo dopo averlo effettivamente visto sotto la base della coda possiamo essere certi che il feto sia una femmina (figura 2). Il sessaggio può essere ulteriormente confermato (dopo il 70° giorno) dalla evidenziazione di strutture secondarie che sono la mammella e i capezzoli nella femmina (figura 3) e lo scroto nel maschio (figura 4).

 

Figura 1. Feto del maschio.

Figura 2. Feto della femmina.

Figura 3. Mammella + capezzoli.

Figura 4. Scroto.

 

L’ultrasonografia è una disciplina affascinante ma richiede passione e attenzioni continue altrimenti il rischio è quello di rimanere delusi e frustrati. Le potenzialità che questa tecnica offre sono numerose e stimolanti e la curiosità dell’operatore è in grado di far esplorare strade nuove anche al di fuori della pratica ginecologica (ecografia toracica, ecografia dei prestomaci, neonatologia etc.), ma ciò che rimane immutato è il sacrificio in termini di tempo e dedizione che l’ultrasonografia richiede per restituirci la soddisfazione dell’acquisizione di una manualità eccellente. Come abbiamo visto la descrizione tecnica per l’esecuzione di un sessaggio fetale non va oltre le quindici righe ma la soddisfazione di farlo con rapidità ed efficacia poggia su centinaia di ore di pratica assidua e disciplinata.