La malattia respiratoria (BRD) è una temibile condizione patologica che causa notevoli perdite economiche nell’allevamento dei bovini. I microrganismi patogeni che la sostengono possono provocare delle forme di polmonite acuta, talvolta ad esito mortale, oppure, più frequentemente, dei quadri clinici ad andamento cronico.

Oltre all’intuibile danno immediato, individuabile in un aumento consistente delle spese veterinarie e un concreto rischio di morte dei soggetti colpiti, a lungo termine, gli episodi di malattia respiratoria esitano in una diminuzione delle performances produttive. La diagnosi è piuttosto semplice e numerosi laboratori italiani hanno raggiunto un eccellente livello di efficienza operativa.

Tuttavia, la diagnosi è solo un tassello della gestione della malattia respiratoria, che prevede, nella sua interezza, altre “azioni” necessarie per un controllo efficace del problema. La terapia dei soggetti malati è fondamentale per contenere la diffusione in allevamento, così come la profilassi vaccinale e la correzione dei fattori ambientali predisponenti. Non ultimo, il monitoraggio svolge un ruolo decisivo per valutare l’andamento della patologia e dare un giudizio sull’efficacia delle misure di gestione che sono state intraprese.

Da questo punto di vista, l’esame ecografico polmonare sui vitelli è uno strumento di monitoraggio particolarmente accurato ed economico che restituisce una gran quantità di dati che possono essere usati per prendere decisioni con consapevolezza. È molto raro che la malattia respiratoria si manifesti esclusivamente nei bovini adulti per cui i vitelli rappresentano degli ottimi “soggetti sentinella” per avere un quadro rappresentativo della situazione sanitaria dell’intera mandria.

L’ecografo che si usa per fare ecografia polmonare nei vitelli è lo stesso che usiamo in ginecologia buiatrica e questo permette di avere un doppio vantaggio. Possiamo diversificare l’offerta professionale incrementando il vantaggio competitivo senza dover investire in una nuova strumentazione. L’esame è rapido e semplice. Si effettua con l’animale in piedi, normalmente contenuto, dopo che il torace è stato rasato su entrambe le pareti costali in corrispondenza delle aree di proiezione dei polmoni.

L’ecografia polmonare ha delle peculiarità molto interessanti che la rende sostanzialmente differente rispetto all’indagine ultrasonografica delle altre strutture dell’organismo. La principale particolarità è che il polmone ventilato contiene aria che è impenetrabile agli ultrasuoni. Il fascio ultrasonoro interagisce con la superficie polmonare restituendo un’immagine di parete netta (le due pleure) mentre al di sotto di questa, l’aria contenuta negli alveoli riflette completamente (> 99%) gli ultrasuoni.

Ne consegue che al di sotto delle pleure non abbiamo alcuna immagine ecografica reale ma solo un artefatto da riverberazione che si origina dalla riflessione multipla degli impulsi ultrasonori tra la sonda ecografica e la superficie polmonare. L’artefatto da riverberazione si manifesta con una serie di bande iperecogene equidistanti tra di loro la cui ecogenicità si riduce progressivamente passando dal campo vicino al campo lontano dello schermo (fig. 1). 

Figura 1.Polmone aerato. La porzione evidenziata in rosso rappresenta i muscoli intercostali. La linea blu continua rappresenta le pleure. Le linee gialle tratteggiate rappresentano le bande dell’artefatto da riverberazione.

Quando, a causa di un processo infiammatorio, la pleura si inspessisce possono apparire degli altri artefatti che si chiamano code di cometa (fig. 2). Questi artefatti sono caratterizzati da un nucleo iperecogeno da cui parte e si spinge in profondità una formazione iperecogena simile appunto ad una coda di cometa. 

Figura 2. Polmone con inspessimento pleurico. La porzione evidenziata in rosso rappresenta i muscoli intercostali. La linea blu continua rappresenta le pleure. I riquadri gialli rappresentano le code di cometa.

Nel momento in cui il tessuto polmonare, in seguito ad un processo infiammatorio, sostituisce l’aria contenuta negli alveoli con materiale patologico come pus o tessuto di granulazione, si formano le aree di consolidamento. Queste porzioni possono interessare i singoli lobuli polmonari, come per esempio nella broncopolmonite purulenta oppure colpire interi lobi polmonari come nella polmonite lobare fibrinosa. Nel primo caso, dal punto di vista ecografico, si renderanno evidenti delle formazioni multiple rotondeggianti, piuttosto eterogenee (fig. 3). 

Figura 3.Polmonite lobulare. La porzione evidenziata in rosso rappresenta i muscoli intercostali. La linea blu continua rappresenta le pleure. L’ovale giallo rappresenta una formazione nodulare patologica.

Nel secondo caso, le aree di consolidamento saranno decisamente più estese e coinvolgeranno grandi porzioni (o la totalità) dei lobi polmonari (fig. 4). È importante ricordare che le aree di consolidamento si rendono ecograficamente visibili solo quando raggiungono la pleura viscerale. Viceversa, se ci fosse anche un sottile strato di polmone ventilato tra la pleura e la lesione non sarebbero evidenti, in quanto anche la più piccola porzione di aria riflette interamente il fascio ultrasonoro rendendo impossibile la visione delle strutture sottostanti. 

Figura 4. Polmonite lobare. La porzione evidenziata in rosso rappresenta i muscoli intercostali. La linea blu continua rappresenta le pleure. Il rettangolo giallo rappresenta un’ampia area di consolidamento.

In base al tipo di lesioni evidenziate, l’estensione delle stesse e quali porzione di polmone siano interessate, è possibile assegnare un punteggio che viene indicato come Ultrasonographic Scoring System e che si compone di 6 punti, da 0 a 5 oppure da A ad F:

  • Score 0: Polmone normalmente aerato.
  • Score 1: Polmone con inspessimento diffuso delle pleure che si manifesta ecograficamente con gli artefatti coda di cometa. 
  • Score 2: Polmone con lesioni lobulari.
  • Score 3: Polmone con un ampio consolidamento del lobo craniale del polmone destro.
  • Score 4: Polmone con un ampio consolidamento del lobo craniale e del lobo medio caudale del polmone destro.
  • Score 5: Polmone con un ampio consolidamento del lobo craniale e del lobo medio caudale del polmone destro. In aggiunta un ampio consolidamento della parte caudale del lobo craniale (lingula) del polmone sinistro. 

Figura 5. Ultrasonographic Scoring System.

Questo è uno score utilissimo che può essere sfruttato con diverse finalità:

  • Monitoraggio dell’incidenza delle forme respiratorie in allevamento.
  • Monitoraggio dell’efficacia delle misure profilattiche (per es. protocolli vaccinali).
  • Supporto oggettivo e integrativo degli altri scores sanitari usati in vitellaia.
  • Supporto molto attendibile e oggettivo per le visite di compravendita.
  • Test prognostico per monitorare l’efficacia o la convenienza delle terapie.

Per concludere, l’ecografia polmonare è un esame complementare semplice da imparare e che può permettere al professionista di poter diversificare la sua offerta di servizi nel settore zootecnico. Anche l’allevatore può ricevere numerosi benefici nell’ottica di un allevamento sempre più sostenibile ed efficiente.