
In Italia, come in gran parte dell’Europa, la lana è considerata da tempo più un rifiuto che una risorsa. Sebbene in alcune aree, come il sud della Spagna o il Portogallo, la lana di qualità conservi ancora una (seppur minima) rilevanza commerciale, per la maggior parte degli allevatori rappresenta oggi un problema più che un’opportunità. Rifiuto che vive anche il paradosso di essere classificato come rifiuto speciale con conseguenti alti costi di smaltimento.
Si tende a spiegare questo declino con la perdita d’interesse nei confronti della lana a favore delle fibre sintetiche, ma è davvero così? Oppure esistono problemi strutturali nel settore ovino che penalizzano anche questa produzione, nonostante l’Italia abbia una tradizione secolare che affonda le radici fino alle colonie della Magna Grecia?
Un settore che vale miliardi
La lana rimane una delle principali fibre naturali utilizzate a livello globale. Il commercio internazionale della lana genera un mercato che vale miliardi di dollari ogni anno, con Australia, Cina e Nuova Zelanda a dominare la produzione e l’export. Secondo i dati dell’International Wool Textile Organisation (IWTO), nel 2023 la produzione mondiale di lana è stata di circa 1,1 miliardi di kg, con la Cina come principale importatore e trasformatore.
L’industria della lana ha un valore economico significativo. Nel 2023, il mercato globale della lana ha generato un giro d’affari superiore ai 30 miliardi di dollari, considerando sia la produzione che il commercio della fibra e dei prodotti derivati (IWTO, 2023). L’Australia, principale esportatore mondiale, ha registrato esportazioni di lana grezza per circa 2,7 miliardi di dollari (Australian Wool Innovation, 2023).
La Cina, oltre a essere un importante produttore, è anche il principale importatore e trasformatore mondiale. La crescente domanda interna ha spinto le importazioni cinesi di lana grezza a superare i 3 miliardi di dollari nel 2023, influenzando direttamente i prezzi internazionali e la competitività del settore (PricePedia, 2022). Un giro d’affari imponente!
La situazione italiana: potenzialità inespresse
L’Italia vanta una lunga tradizione nel settore laniero e nella trasformazione della fibra, ma oggi produce quantità limitate di lana grezza, pur avendo avuto in passato un ruolo chiave nella produzione ovina. Attualmente, il paese è un importatore netto di lana, ma rimane uno dei maggiori trasformatori di filati e tessuti destinati al mercato internazionale.
Nel 2023, il settore della filatura italiana (che comprende la produzione di filati lanieri, cotonieri e linieri) ha registrato un fatturato di 3,1 miliardi di euro, con una flessione del 4,2% rispetto all’anno precedente (Pitti Immagine, 2024). Le esportazioni di filati di lana hanno raggiunto i 902 milioni di euro, mentre le importazioni di lana grezza e filati si sono attestate a 1,007 miliardi di euro, generando un saldo commerciale negativo di circa 104 milioni di euro.
Nel comparto tessile, l’Italia continua a mantenere una posizione di rilievo nella trasformazione della lana per la moda e l’arredamento. Nel periodo gennaio-settembre 2023, le esportazioni di tessuti lanieri pettinati sono aumentate del 23%, mentre quelle di tessuti misti in lana e altre fibre hanno registrato un incremento dell’8,4% (Milano Unica, 2023). Tuttavia, nel primo trimestre del 2023, le importazioni di tessuti sono diminuite del 21,4%, dopo un significativo aumento del 65,7% nell’anno precedente.
Nonostante l’Italia non sia un grande produttore di lana grezza, il paese rimane un attore chiave nella trasformazione e nel commercio di prodotti lanieri. Tuttavia, la bilancia commerciale della filatura resta negativa, evidenziando la forte dipendenza dalle importazioni.
Le razze ovine italiane e il potenziale produttivo
Le razze ovine italiane in grado di produrre lana adatta all’industria tessile, quella definita “fine”, sono essenzialmente le tre derivate merinos:
- Sopravissana – circa 8.200 capi (62% in Lazio, 30% tra Marche, Abruzzo e Molise). Attualmente in conservazione, nessuna azione di miglioramento e misurazione fenotipica.
- Gentile di Puglia – circa 9.100 capi (50% in Puglia, 19% in Molise, 25% tra Basilicata, Abruzzo e Calabria). Attualmente in conservazione, nessun’azione di miglioramento genetico, fenotipizzazioni attualmente effettuate in seno a progetti di ricerca.
- Merinizzata Italiana – circa 45.000 capi (29% in Abruzzo e Basilicata, 25% tra Lazio e Marche). In selezione, BLUP animali model sugli arieti al performance, solo misurazione della lana degli arieti al performance ma nessun calcolo di indici relativi alla qualità.
In totale, il patrimonio ovino produttore di lana fine si attesta su circa 62.000 capi (BDN, 2025). Non esistono dati ufficiali sulla produzione di lana, poiché la tosa è organizzata privatamente dagli allevatori e mancano centri nazionali di stoccaggio e cernita. Tuttavia, stimando una produzione media di 2,5 kg per capo, l’Italia potrebbe teoricamente produrre tra 150.000 e 200.000 kg di lana fine. Va poi considerato il potenziale dell’areale di allevamento: ad esempio, la Gentile di Puglia contava svariate milioni di capi prima del secondo conflitto mondiale solo nella regione Puglia.
Ma allora, perché questa produzione non decolla? I problemi principali sono:
- Frammentazione: la lana è venduta singolarmente da molti allevatori.
- Mancanza di centri di raccolta e classificazione: senza una determinazione standardizzata del prezzo.
- Disomogeneità delle caratteristiche: diametri variabili e lunghezze non sempre conformi agli standard industriali (anche se ciò rappresenta un’opportunità in termini di variabilità genetica e progresso selettivo).
- Quantità: garantire un adeguato approvvigionamento di lana italiana per poter rendere redditizia una filiera di filati di lane italiane o, meglio, legati ad una razza.
- Smantellamento dell’industria del lavaggio e della cardatura: un passaggio fondamentale per rendere la lana commerciabile.
Miglioramento genetico e qualità della lana
Per rilanciare la produzione nazionale, una delle strategie più efficaci è il miglioramento genetico delle caratteristiche della fibra attraverso metodi moderni.
Fino a oggi, la selezione nelle razze italiane si è basata più su valutazioni generali del vello che su parametri specifici. L’adozione del BLUP Animal Model, già ampiamente utilizzato nei principali paesi produttori, potrebbe aumentare la redditività, l’uniformità e il progresso genetico in poche generazioni.
Ereditabilità dei caratteri legati alla qualità della lana
Ecco alcuni valori medi di ereditabilità basati sulla letteratura nel settore (Medrano et al 2005; Mortimer S. et al 1989; Safari E. et al 2005).
Caratteristiche classiche del vello e della fibra:
- Finezza della fibra: 0,50 – 0,60
- Lunghezza della fibra: 0,40 – 0,50
- Uniformità della fibra: 0,30 – 0,40
- Ondulazione (crimp): 0,35 – 0,45
- Resistenza alla rottura: 0,30 – 0,40
Caratteri Alternativi che influenzano la qualità della lana indirettamente:
- Assenza di fibre medullate: 0,25 – 0,35
- Distribuzione del vello: 0,30 – 0,40
- Igiene naturale (assenza di contaminazione fecale): 0,10 – 0,20
- Resistenza ai parassiti cutanei: 0,20 – 0,30
Velocità del progresso genetico nella selezione della lana: un esempio
Perché i dati sopra sono un ottimo punto di partenza? Il miglioramento genetico di un carattere quantitativo, come la finezza della fibra della lana, dipende dalla sua ereditabilità e dall’intensità della selezione applicata. Supponiamo di voler ridurre il diametro della fibra in una popolazione ovina e che questo carattere abbia un’ereditabilità del 50% (h² = 0.50).
Il progresso genetico atteso per generazione si può stimare con la formula:
Dove:
- ΔG è il progresso genetico atteso per generazione
- h2 è l’ereditabilità del carattere (0.50 in questo caso)
- S è il differenziale di selezione, cioè la differenza media tra gli individui selezionati e la media della popolazione iniziale (quanto è il diametro degli arieti selezionati in media ad esempio)
Se scegliamo i riproduttori migliori con un differenziale di selezione di -2 micron, allora il miglioramento genetico per generazione sarà:
ΔG=0.50×(−2)=−1 micron/generazione
Questo significa che in cinque generazioni si potrebbe ottenere una riduzione media del diametro della fibra di 5 micron, che è un cambiamento significativo nel contesto della produzione di lana fine.
Nel caso della selezione per la lunghezza della fibra, se il valore iniziale medio fosse 60 mm e si applicasse un differenziale di selezione di +5 mm, con un’ereditabilità di 0.50, l’incremento medio sarebbe +2.5 mm per generazione, permettendo di aumentare la lunghezza della fibra di 12.5 mm in cinque generazioni.
Da dati ottenuti con il progetto PNRR- AGRITEC (Spoke 7) abbiamo nella Gentile di Puglia un diametro in media di 22 micron. I calcoli sopra ci indicano che potremmo portare, con i dovuti accorgimenti, questo dato a 18 micron in soli 10 anni.
L’uso di strumenti avanzati, come la selezione genomica e l’adozione di indici genetici combinati, può ulteriormente accelerare il miglioramento, rendendo la selezione più efficiente e mirata. Ma essendo il progresso genetico anche funzione della velocità del susseguirsi delle generazioni, anche tecniche di riproduzione assistita, che sono già la regola nell’allevamento bovino, potrebbero far ridurre ulteriormente il tempo necessario, ad esempio, garantendo con l’inseminazione artificiale una migliore connessione genetica tra i nuclei.
Conclusioni
L’Italia possiede il know-how e l’expertise per rilanciare la produzione nazionale di lana attraverso programmi di selezione genetica mirati.
Un approccio integrato che combini genetica, gestione dell’allevamento e innovazione nella filiera potrebbe ridurre la dipendenza dalle importazioni e valorizzare le razze locali, creando un circuito virtuoso tra produzione e industria tessile.
Il miglioramento genetico della lana non è solo una questione di performance produttiva, ma una strategia per riportare competitività a un settore che ha ancora grandi opportunità nel mercato internazionale.
Bibliografia
- International Wool Textile Organisation (IWTO) (2023). World Wool Production and Trade Report 2023.
- Recuperato da: https://www.iwto.org/
- Australian Wool Innovation (2023). Annual Report on Wool Exports.
- Recuperato da: https://www.wool.com/
- PricePedia (2022). Il prezzo della lana guidato dai consumi del mercato cinese.
- Recuperato da: https://www.pricepedia.it/it/magazine/article/2022/01/19/il-prezzo-della-lana-guidato-dai-consumi-del-mercato-cinese/
- Pitti Immagine (2024). Filatura italiana – Nota economica 2023-2024.
- Recuperato da: https://media.pittimmagine.com/image/upload/v1706026038/EPITTI/FILATI/2024_94/PRESS/COMUNICATI%20DEF%20PER%20SITO/ITA/7.FILATURA%20ITALIANA/2024_01_Nota_Filatura_Italiana_2023-2024_PittiFilati.pdf
- Milano Unica (2023). Sintesi nota economica – 38ª edizione di Milano Unica.
- Recuperato da: https://www.milanounica.it/it/sintesi-nota-economica-38-edizione-di-milano-unica
- Milano Unica (2023). Analisi del mercato tessile italiano 2023.
- Recuperato da: https://s3.eu-west-3.amazonaws.com/customer-it.milanounica.www/7616/8898/6027/2023_07_Milano_Unica.pdf
- Medrado, B. D., Pedrosa, V. B., & Pinto, L. F. B. (2021). Meta-analysis of genetic parameters for economic traits in sheep. Livestock Science
- Safari, E., Fogarty, N. M., & Gilmour, A. R. (2005). A review of genetic parameter estimates for wool, growth, meat and reproduction traits in sheep. Livestock Production Science, 92(3), 271-289
- Mortimer, S. I., & Atkins, K. D. (1989). Genetic evaluation of production traits between and within flocks of Merino sheep. Australian Journal of Agricultural Research, 40(3), 433-443
Autore
Circa Vincenzo Landi – Professore Associato confermato, settore AGR/17 (Zootecnica e miglioramento genetico) presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria, Università di Bari Aldo Moro.