Potenziali punti deboli della filiera dell’inseminazione artificiale sono la conservazione del seme nel bidone d’azoto e la tecnica di scongelamento. La conservazione degli spermatozoi si ottiene in azoto liquido, sostanza inerte, incombustibile, incolore, inodore, ignifuga che in forma gassosa costituisce il 78.03% del volume dell’aria atmosferica.

L’estrazione dall’aria è ottenuta per distillazione frazionata sfruttando il punto di ebollizione di -195.82° C. Per la sua differenza di temperatura con l’atmosfera, l’azoto evapora e deve essere conservato in contenitori con elevata capacità d’isolamento termico. Tali contenitori sono a pressione o a pressione atmosferica. Questi ultimi sono i più impiegati e il loro sistema di chiusura non è ermetico per evitare esplosioni. Il bidone è costituito dall’involucro esterno in alluminio e dall’interno separati da materiale isolante, sotto vuoto per ridurre la dispersione termica. Buone regole per la conservazione del bidone sono di fissarlo durante il trasporto, evitando urti, umidità e sporcizia che possono corroderne il guscio. Va mantenuto in un locale pulito, asciutto e ventilato, lontano da fonti di calore e sollevato dal pavimento. Il livello di azoto va controllato una volta a settimana mediante asta graduata. Il punto debole del bidone è il collo, costruito in materiale sintetico adeso ai due involucri per mezzo di resine e colle. Gli urti, l’invecchiamento e gli sbalzi termici compromettono la tenuta della colla e il bidone perde di efficienza termica che si manifesta con una condensa ghiacciata nel punto di perdita. Il riempimento del bidone è effettuato tramite un imbuto per evitare il contatto diretto del collo del bidone con l’azoto che riduce la durata delle resine L’azoto liquido è causa di ustioni da freddo e ipossia o asfissia. L’azoto è asfissiante quando, saturando l’aria, riduce la quantità di ossigeno. La sua inalazione causa vertigini, nausea, vomito, incoscienza e morte. In un locale ben areato è molto difficile che l’azoto che evapora da un bidone aziendale, fino a 500 mL / giorno, induca asfissia. I rischi di ustioni sono legati alla temperatura del liquido con gravità proporzionale al tempo di contatto. Il personale deve essere quindi munito di occhiali antinfortunistici e indumenti protettivi. E’ importante ricordare che le paillette in azoto liquido sono stabili per tempi lunghi. Essendo tollerabili periodi brevi nei vapori d’azoto (-80° C con 5-10 cm di gas), è importante controllarne periodicamente il livello e tenere un archivio per recuperare rapidamente il seme desiderato evitando così di esporlo inutilmente alla temperatura ambientale. Infatti, quando solleviamo il cestello, esponiamo il seme allo scongelamento parziale. Se l’azoto nel bidone è scarso, il seme è mantenuto freddo solo dai vapori e la sua estrazione non dovrebbe durare più di 2 secondi. Mantenendo costante il livello di azoto sopra alle paillette nel goblet rimarrà dell’azoto anche dopo la sua estrazione, permettendo così di operare fino ad un minuto.

Lo scongelamento ottimale della paillette avviene in acqua a 35-38° C per 30-45 secondi. Lo scongelamento lento, in acqua fredda o a temperatura ambiente, provoca il parziale decongelamento del seme che può ricongelarsi improvvisamente con la formazione di cristalli di ghiaccio intracellulare. Il seme scongelato mantiene la sua capacità fertilizzante se conservato a temperature da 20° a 37° C per circa 20 minuti. L’esposizione del seme agli agenti atmosferici, alle sostanze chimiche, a bruschi cambiamenti di temperatura o a impropria manipolazione può diminuire il tasso di concepimento delle bovine fecondate. Molte delle informazioni riportate possono sembrare scontate, ma alcuni studi dimostrano che il “ripasso” della tecnica dell’inseminazione artificiale è associato ad aumenti delle gravidanze dal 5 al 20%.