Quando muore un animale in allevamento dobbiamo ricordarci che è sempre una perdita, raramente affettiva, molto più spesso economica e, anche se questo ci rende professionalmente frustrati, dobbiamo utilizzare la carcassa di questo animale per ricavare tutte le informazioni possibili per migliorare lo stato sanitario dell’allevamento. La morte dell’animale può essere paragonata alla punta di un iceberg, è infatti la parte più piccola di un problema molto più grande che difficilmente riusciamo a vedere perché, nel caso dell’iceberg è sommerso e nel caso del nostro animale fa parte della managerialità dell’azienda. La pratica autoptica nel settore bovino può essere difficoltosa per le dimensioni dell’animale, per la difficoltà di trasporto e per la mole di lavoro e di tempo che un esame di questo tipo richiede, soprattutto se si tratta di un adulto. Tuttavia, va ricordato, che l’esame anatomopatologico, oltre ad essere una metodologia diagnostica economica e completa, ci permette di conoscere la causa di morte, di  ricostruire una storia patologica dell’allevamento e di  escludere eventuali zoonosi, consente di programmare una profilassi od una eventuale terapia di gruppo.

L’autopsia deve essere eseguita da un medico veterinario poiché per le competenze in materia di anatomia, fisiologia e patologia, può eseguire un esame necroscopico appropriato ed emettere un preciso sospetto diagnostico. Viste le dimensioni dell’animale, nel settore bovino si ricorre spesso alla necroscopia in campo; in questo caso il medico veterinario conosce le tecniche corrette per l’esecuzione dell’esame al fine di limitare i rischi sanitari per le persone (rischio zoonosi) e per gli altri animali. E’ proprio per questo che l’esame anatomopatologico dovrà essere eseguito con le modalità corrette e l’allevatore dovrà  agevolare la prassi preparando luoghi e supporti idonei.

Da parte del veterinario poi la descrizione delle lesioni evidenziate per ogni apparato e per ogni organo porterà ad emettere un sospetto diagnostico, che potrà in alcuni casi essere supportato anche da accertamenti diagnostici effettuati in laboratorio. Se la tecnica necroscopica in passato ci consentiva di escludere malattie infettive a carattere contagioso e zoonosico, oggigiorno, oltre a tale ruolo ci mette spesso di fronte a lesioni aspecifiche causate da tecnopatie e malattie metaboliche, che sono difficili da diagnosticare e che sono molto frequenti soprattutto nella vacca da latte. Tra i compiti del veterinario in azienda deve essere valorizzato anche l’utilizzo dell’esame anatomopatologico come supporto all’analisi sanitaria di un allevamento, tutte le informazioni che ne ricaveremo potranno essere utili a completare il nostro piano sanitario aziendale.