E’ ormai noto che alcuni chemioterapici ad ampio spettro, oltre alla nota attività antimicrobica, risultano particolarmente efficaci anche in virtù della loro azione anti-infiammatoria e di stimolo delle difese immunitarie (Morikawa et al., 1996; Van Vlem et al., 1996; Dalhoff e Shalit, 2003). Diversi studi hanno, inoltre, dimostrato che la terapia antibiotica è in grado di influenzare la contrattilità della muscolatura liscia (Paradelis et al., 1982; Paradelis et al., 1982a; Tagaya et al., 1995; Di Nucci et al., 1998; Granovsky-Grisaru et al., 1998; Celik et al., 2001; Celik et al., 2002; Celik e Ayar, 2002; Ocal et al., 2004; Akar et al., 2010).

L’eritromicina, per esempio, è in grado di stimolare l’attività contrattile delle fibrocellule muscolari lisce di stomaco e duodeno, probabilmente agendo sui recettori della motilina (Peeters et al., 1989; Collard et al., 1999) e sembra, inoltre, determinare un aumento dell’ampiezza e della frequenza di contrazione anche nel miometrio di ratto; probabilmente, l’effetto è mediato dai recettori istaminergici H1 e dai canali del calcio (Liu et al., 2003). Secondo altri studi questo antibiotico, così come la claritromicina, la neomicina, la gentamicina e la clindamicina, determinerebbe, al contrario, un rilassamento della contrattilità miometriale (Phillipe 1994; Kadanali et al. 1996; Celik e Ayar, 2002). L’utilizzo nella pratica buiatrica di antibiotici dotati di un effetto miorilassante sulla muscolatura uterina potrebbe, pertanto, compromettere i fisiologici fenomeni di self-cleaning e ritardare la restitutio ad integrum dei soggetti trattati (Slama et al., 1991; Hirsbrunner et al., 2002; Ocal et al., 2004).

D’altro canto, la possibilità di utilizzare farmaci antimicrobici in grado di stimolare la contrattilità miometriale potrebbe, in virtù dell’azione antibatterica e per l’azione meccanica di drenaggio dei fluidi, facilitare la sterilizzazione dell’utero durante il post-partum (Ocal et al., 2004).

Sulla base di tali premesse, si è voluto testare, in vitro, l’attività di alcuni antibiotici di uso comune nella pratica buiatrica sulla contrattilità dell’utero bovino nelle diverse fasi del ciclo estrale. In particolare, è stata valutata l’attività di amoxicillina, rifaximina ed enrofloxacin, antibiotici appartenenti rispettivamente alle β-lattamine, alle rifamicine e ai fluorochinoloni e, notoriamente, impiegati nel trattamento delle metriti (Drillich et al., 2001; Minoia et al., 2004; Markandeya et al., 2010).

Dai risultati è emerso che tutti e tre gli antibiotici hanno manifestato un’attività modulatoria sulla contrattilità uterina, differente per effetto e durata d’azione.

L’amoxicillina ha indotto una riduzione della contrattilità basale in entrambe le fasi del ciclo. In virtù di tali risultati, l’uso dell’amoxicillina in gravidanza, potrebbe coadiuvare e intensificare la quiescenza indotta dal progesterone (Leonhardt e Edwards, 2002). Al contrario, l’utilizzo della stessa nel post-partum potrebbe inficiare il self-cleaning uterino.

Per quanto riguarda la rifaximina, la sua azione modulatoria sulla contrattilità dell’utero bovino ha manifestato un duplice effetto: in fase follicolare essa modula positivamente (incremento dell’attività tonica del tessuto) la contrattilità miometriale, mentre, in fase luteale, induce un rilassamento della muscolatura uterina. E’ ipotizzabile che l’effetto indotto dalla rifaximina sia sotto il controllo degli ormoni steroidei predominanti nelle diverse fasi del ciclo, rispettivamente estrogeni (fase follicolare) e progesterone (fase luteale).

Alla luce di quanto esposto, la rifaximina potrebbe, quindi, trovare una duplice indicazione: favorire il self-cleaning uterino in corso di metrite subacuta e risultare utile nel trattamento della gravidanza. Ciò, è possibile in quanto la rifaximina, oltre ad agire selettivamente sull’RNA polimerasi della cellula procariote, è in grado di intensificare la quiescenza indotta dal progesterone sulla contrattilità uterina. Ulteriori studi sono, invece, necessari per chiarire l’utilizzo di questo antibiotico nel trattamento della metrite acuta, dove non è presente un quadro ormonale preponderante, in quanto la patologia si realizza prima della riattivazione funzionale dell’asse riproduttivo.

L’enrofloxacin è, invece, responsabile di un’azione eccitatoria sulla contrattilità e, pertanto, potrebbe rappresentare un’ottima scelta per il trattamento della ritenzione placentare e di tutte le forme di metrite, compresa la metrite cronica in associazione alle ProstaglandineF. L’effetto contratturante dell’enrofloxacin non risente, infatti, di alcun condizionamento dettato dagli ormoni steroidei. E’, inoltre, ipotizzabile che, come dimostrato sull’intestino (Serio e Daniel, 1989; Mulholland e Simeone, 1993), tale fluorochinolone possa determinare, anche a livello uterino, il rilascio di ProstaglandineF, utili a stimolare la contrattilità miometriale e innescare il processo di luteolisi.

Da un punto di vista clinico, il nostro studio fornisce, per i tre antibiotici testati, un punto di partenza per nuove indicazioni in ambito buiatrico.

Ulteriori studi sono, tuttavia, necessari per valutare il meccanismo d’azione degli antibiotici testati e valutarne l’effetto in associazione con sostanze ecboliche, normalmente utilizzate nel post-partum della bovina da latte.

Estratto da Piccinno M., Rizzo A., Maselli M.A., Derosa M., Sciorsci R.L. (2014). Modulatory effect of three antibiotics on uterus bovine contractility in vitro and likely therapeutic approaches in reproduction. Theriogenology. 82(9): 1287-1295.

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Autori: Piccinno M., Rizzo A., Maselli M.A., Derosa M., Sciorsci R.L.