Se in Italia possiamo oggi vantare una zootecnia bovina da latte tra le più produttive ed avanzate del mondo non possiamo dimenticare quali sono stati i punti di partenza e le tappe per arrivare a questa situazione, di tutto rispetto e vantaggio, sia per gli allevatori che per la collettività. Fino alla metà del secolo scorso il patrimonio bovino nazionale ammontava a poco meno di 10 milioni di capi, sparsi su tutto il territorio della penisola e suddivisi in poco meno di 1 milione di aziende agricolo/zootecniche. (Oggi le aziende da latte sono circa 40.000, con un totale di circa 1.700.000 bovine). Il livello medio genetico e produttivo e di conduzione manageriale era molto basso, anche se esistevano già al tempo allevamenti condotti con passione da allevatori competenti e appassionati e con produzioni di latte, per il tempo, di tutto rispetto. Una pesante spada di Damocle però incombeva su tutta l’attività dell’allevamento ed era costituita dalla presenza di grandi malattie infettive e contagiose, sia acute (afta epizootica, carbonchio ematico ed altre) che croniche ( tubercolosi, brucellosi, leucosi, paratubercolosi ) ,diverse infezioni della sfera genitale come la vaginite da virus IPV, la vibriosi genitale, la tricomoniasi, e da malattie infettive più o meno condizionate soprattutto dalle condizioni ambientali (malattie neonatali, mastiti contagiose di stalla), oltre alle virosi emergenti come l’IBR e la BVD/MD… Un’ondata di afta epizootica, sempre presente comunque sul territorio, poteva allora distruggere in un attimo allevamenti di intere regioni o dello stesso continente (Europa, America del Sud, America del Nord). Diverse delle malattie ricordate hanno la caratteristica di poter colpire anche l’uomo, con indubbi riflessi di ordine sociale (tubercolosi, brucellosi, carbonchio, solo per citarne alcune molto note).
L’impegno e la dedizione della Medicina Veterinaria, al tempo impersonata soprattutto dai Veterinari Condotti , vere sentinelle efficienti della salute nel territorio, ha portato, attraverso campagne di sensibilizzazione, diffusione delle vaccinazioni, prima sporadiche e poi di massa, assieme alle misure di igiene e profilassi diretta* prima al contenimento dei danni e poi alla progressiva scomparsa di molte di tali malattie , consentendo l’affermarsi dell’attuale zootecnia, sempre più efficiente e sofisticata. Un ulteriore decisivo contributo allo sviluppo zootecnico è stato data dall’introduzione prima, e dal successivo perfezionamento e diffusione di massa, della fecondazione artificiale, sempre ad opera dei Veterinari, in un primo tempo per contrastare la diffusione delle malattie infettive della sfera genitale (brucellosi, infezioni virali da IPV, tricomoniasi, ma non solo) e successivamente, con l’avvento del congelamento del seme, per velocizzare quell’impressionante miglioramento genetico e produttivo che è sotto gli occhi di tutti. Possiamo dunque oggi stare tranquilli? Possiamo ritenere che la nostra zootecnia, i nostri animali i nostri investimenti ed infine il nostro lavoro siano oggi garantiti soprattutto sotto il profilo sanitario e del controllo delle malattie infettive ( sempre più spesso comuni ai bovini ed all’uomo)? La risposta è solo parzialmente affermativa: il presupposto per garantire quella che oggi viene chiamata biosicurezza è dato da quell’insieme di misure che negli allevamenti si devono rigorosamente adottare e sono misure di igiene preventiva e profilassi diretta,* che dovrebbero far parte viva della cultura professionale convinta di ogni allevatore che si rispetti. Non è possibile una zootecnia competitiva e sicura senza l’adozione di tutte le misure di medicina preventiva, che oggi ancor più di ieri sono essenziali per la sicurezza dell’allevamento. La biosicurezza è un pilastro della normale/buona conduzione manageriale dell’allevamento ; esistono protocolli articolati da seguire per la prevenzione di tutte le possibili infezioni, dirette o condizionate (prevenzione del ritorno di infezioni come la tbc, la brucellosi e la leucosi, avvio del controllo /risanamento dalla paratubercolosi, tuttora presente e diffusa) prevenzione delle possibili epidemie/epizoozie riemergenti (afta epizootica, pleuropolmonite contagiosa essudativa, blue tongue) controllo , sanitario o vaccinale, di patologie virali a possibile grande diffusione (IBR, BVD, patologie genericamente influenzali..) e, soprattutto per i fini igienici e produttivi, il controllo della qualità del latte, con la prevenzione delle mastiti della più svariata natura. Credo che anche i meno informati tra gli Allevatori abbiano ben presenti i rischi per il loro allevamento derivanti dal possibile ritorno(?) di una sola di tali malattie infettive..
Qui vorrei solo ricordare alcune misure elementari pratiche da osservare in tema di igiene e prevenzione delle malattie. L’igiene del personale addetto è forse oggi più trascurata che in passato, quando per accedere a qualsiasi lavoro era previsto obbligatorio il libretto sanitario per ogni lavoratore. Il controllo preventivo della salute del mungitore dovrebbe essere rivalutato, anche in considerazione della persistenza della tbc in altre aree geografiche, e della relativa provenienza degli stessi . Al proposito, chi scrive è stato testimone in anni oramai lontani di un ritorno di positività alla tubercolina in un’alta percentuale di vacche di una mandria di oltre 100 capi in lattazione, fino ad allora da molti anni indenne; la diffusione dell’infezione tubercolare nell’allevamento era stata causata dall’urina del mungitore, italiano, affetto da una forma di tbc renale, a lui stesso sconosciuta. In allevamento non era stato introdotto alcun nuovo animale ed il problema diagnostico sembrava insolubile; ci volle la sagacia del Veterinario responsabile per giungere a chiarire le cause della catastrofe, ma il danno era oramai avvenuto, e la mandria dovette essere completamente distrutta e sostituita con nuovi capi sani.. E il discorso/pericolo non è limitato alla tubercolosi.
Oltre che lo stato sanitario del personale è essenziale anche il comportamento e l’igiene soprattutto in sala di mungitura, nell’accudimento dei vitelli, ma anche in sala parto e nell’infermeria. Il lavaggio frequente delle mani, l’impiego di vestiario pulito e meglio ancora monouso, ma anche l’impiego di guanti monouso nelle operazioni a contatto con gli animali sono ulteriori accorgimenti importanti. Sempre ai fini della profilassi diretta il Veterinario dovrebbe lasciare in ogni azienda i suoi indumenti e gli stivali da lavoro ed anche eventualmente lo speculum vaginale per le vacche. Un’altra misura importante, il Veterinario, come tutte le figure professionali che hanno a che fare con le bovine, dovrebbe fermarsi col proprio automezzo al difuori della stalla, in una sorta di zona neutra, e possibilmente passare per un’area di disinfezione prima di accedere agli animali. Tutti gli automezzi che per ragioni varie hanno accesso all’allevamento ( automezzi per il trasporto del latte , dei mangimi ed altro materiale d’uso, degli animali da macello o degli animali morti) dovrebbero passare per un’area di disinfezione delle ruote e sostare in zona separata dalle stalle. Anche la movimentazione deisoggetti di eventuale nuovo acquisto deve essere accompagnata da un adeguato periodo di isolamento prima dell’introduzione nella mandria: la stalla destinata alla quarantena dev’essere attrezzata per la mungitura e per tutte le altre operazioni di governo, che dovrebbero venire eseguite solo dopo la fine delle analoghe operazioni nel resto della mandria…
La durata del periodo di isolamento degli animali in entrata nel reparto di quarantena, prima dell’immissione nella mandria, potrà essere diversa a seconda della situazione sanitaria della mandria stessa ( presenza di infezioni varie, vaccinazione o meno contro le più svariate patologie…). Lo stesso periodo potrà essere utilizzato anche per completare ove necessario, i controlli sanitari sugli animali di nuovo acquisto. Ci rendiamo perfettamente conto della complessità operativa di questa misura, ma il nostro scopo oggi e qui, con questa breve nota è quello di mostrare la via da seguire per avere una ragionevole prospettiva di sicurezza e successo nella conduzione dell’ allevamento…
Le considerazioni fin qui esposte non hanno la pretesa di completare l’argomento della biosicurezza, potremo tornare sull’argomento, per ulteriori precisazioni e per mantenere desta l’attenzione sul problema, che è vitale per il presente e il futuro dei nostri allevamenti….
*La profilassi diretta è l’insieme delle misure volte a contrastare direttamente l’agente infettivo (virus, batterio ,parassita), quindi le disinfezioni e l’igiene dell’ambiente ed il controllo dei movimenti degli animali e dell’uomo e degli eventuali vettori dell’agente infettivo…
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