E’ da qualche tempo che in Lombardia è possibile richiedere di far quantificare il Betaidrossibutirrato (BHBA), sugli stessi campioni di latte prelevati durante il controllo. L’analisi è uno dei nuovi servizi a pagamento offerti dall’ARAL. Questo permette agli allevatori di monitorare il livello di BHBA in circolo nei soggetti che all’inizio della lattazione entrano in una fase di bilancio energetico negativo e sono a rischio di chetosi. La chetosi si verifica quando il tasso di mobilizzazione del grasso di riserva è troppo elevato ed il fegato, non riuscendo ad ossidare i grassi in energia, li trasforma in corpi chetonici che si accumulano nel sangue. I tre corpi chetonici prodotti sono: beta-idrossibutirrato (BHBA), acetone ed acetoacetato. Dei tre, il BHBA è quello più facilmente misurabile perchè più stabile. Sono in circolazione kit per la sua misurazione nel sangue, nelle urine e nel latte. Il metodo utilizzato dal laboratorio dell’ARAL è stato messo a punto dalla FOSS, con la collaborazione di numerosi centri di ricerca che hanno lavorato alla costruzione delle curve di calibrazione necessarie ad estrapolare questa informazione dal campione di latte.
Quindi è oggi possibile, per tutti gli allevatori della Lombardia, tenere sotto controllo il livello di BHBA nei soggetti ad inizio lattazione della propria stalla e, indirettamente, il livello di chetosi subcliniche e di chetosi cliniche.
In Canada, la Valacta, offre questo servizio di routine agli allevamenti dal 2011 e, con tutti i dati raccolti, è stato possibile misurare l’effetto di alti livelli di BHBA sulle performances produttive e riproduttive di più di 100000 primipare ed oltre 230000 pluripare. Ne emerge che alti livelli di BHBA sono associati ad una diminuzione della produzione di latte, del contenuto in proteina % , della fertilità e ad un aumento di grasso e cellule somatiche in aggiunta all’incremento del rischio di patologie quali dislocazione, metrite e chetosi clinica.
Sempre gli studi canadesi stimano i costi associati alla chetosi subclinica intorno ai 273 euro per caso (+0,5% morte dei soggetti, +5% di soggetti eliminati, -350 kg di latte per lattazione e +20 giorni di interparto).
Gli studi canadesi non finiscono qui. La possibilità di misurare il livello di BHBA durante il controllo del latte nei primi 90 giorni permette l’utilizzazione di questo dato per il miglioramento genetico. L’ereditabilità stimata varia dal 13 al 29% e le correlazioni genetiche del livello di BHBA con la chetosi clinica e la dislocazione dell’abomaso, sono risultate pari a 0,50 e 0,21 rispettivamente.
L’ereditabilità diretta di chetosi clinica e dislocazione è inferiore al 5%, questo fa sì che, per la facilità e il basso costo di rilevamento del dato, il BHBA si candidi a diventare un nuovo dato importante per il miglioramento genetico come misuratore indiretto della resistenza ad alcune delle principali patologie metaboliche e del post partum.
Da subito può essere un valido strumento per monitorare la salute metabolica degli animali nei primi tre mesi dopo il parto e gestirla al meglio.
Nel futuro, sulla base dei dati accumulati sulle singole bovine, sarà possibile mettere a punto indici per la resistenza alle patologie metaboliche, ed individuare i geni che la controllano.
Bibliografia utile
F. Miglior,A. Koeck, J. Jamrozik, F.S. Schenkel, D.F. Kelton, G.J. Kistemaker and B.J. Van Doormaal. 2014. Interbull bulletin n 48.
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.