L’annata agraria 2012/2013, oltre a rimanere impressa nelle nostre menti per l’andamento dei prezzi delle materie prime, purtroppo lo sarà anche per un drastico peggioramento sanitario-qualitativo delle derrate.
La stagionalità sempre meno prevedibile, con drastica alternanza tra freddo e caldo, siccità e carenza di bacini idrici ha fatto si che le cultivar cerealicole, sempre più selezionate geneticamente per la produttività, abbiano mostrato importanti segnali di stress idrico e nutrizionale, con piante più soggette all’attacco di insetti quali la Piralide e conseguenti muffe (generi : Aspergillium, Fusarium e Penicillium). Le derrate alimentari più a rischio di contaminazione diretta, per lo sviluppo del fungo sul prodotto, sono i cereali (mais, frumento, orzo, avena); queste portano poi ad una contaminazione indiretta dei prodotti di origine animale (latte, carne, uova, formaggi), nel momento in cui l’animale ingerisce l’alimento contaminato dalle micotossine di produzione fungina e le deposita nei tessuti e nel latte.
Le contaminazioni fungine degli alimenti, nel momento in cui essi producono metaboliti tossici (MICOTOSSINE) possono costituire un problema concreto per le produzioni animali a causa di fattori di diversa natura come :
-la selezione genetica spinta penalizza le caratteristiche di rusticità e resistenza;
-tecniche di allevamento intensivo sono causa di stress compromettendo le difese immunitarie;
-il maggiore rischio di contaminazione delle derrate a causa della globalizzazione dei mercati;
-maggiore attenzione degli organi di governo,dei media e dei consumatori stessi per la sicurezza alimentare;
-attenzione delle filiere agroalimentari per la pulizia, gestione e stoccaggio delle materie prime
In qualità di contaminanti dei mangimi destinati alle specie da reddito, le MICOTOSSINE rappresentano un problema sanitario di primaria importanza anche nell’allevamento del bovino da carne. Il non avere indicatori diretti (latte e indici di fertilità) come per la vacca da latte, non significa che il problema non ci sia o che si possano usare quantitativi maggiori di alimenti contaminati; al contrario la problematica non va sottovalutata poiché i segnali sono pochi e spesso in ritardo rispetto all’entità del danno sull’accrescimento, conversione alimentare, sul sistema immunitario e sul fegato e spesso non si ha tempo di intervenire nel modo adeguato. Il sistema immunitario rappresenta un bersaglio comune a diverse tossine fungine e perciò infezioni batteriche, virali o parassitarie possono rappresentare la conseguenza di una malattia primaria indotta da micotossine.
L’effetto biologico provocato dalle micotossine dipende principalmente dalla quantità di tossina ingerita, dal tipo e dalla copresenza di più tossine. La possibilità che gli animali entrino in contatto con più micotossine contemporaneamente, può comportare lo sviluppo di EFFETTI ADDITIVI o interazioni che abbassano la soglia di tossicità per singola tossina. Questo fa si che non ci sia un livello “sicuro” di contaminazione, e che la strategia migliore resti in ogni caso la prevenzione.
L’attenta osservazione degli animali e delle loro performance, associata a controlli sistematici sugli alimenti, rappresentano i migliori strumenti per la diagnosi accurata delle micotossicosi.
Molte volte ci si trova in presenza di vitelloni che mostrano cali di accrescimento, inappetenza, pelo ruvido, ma per i quali non si riesce a capire la diretta causa che spesso si riconduce ad una razione sbilanciata. Errore frequente, risolvibile con l’analisi delle materie prime e/o dell’unifeed, nel quale molto probabilmente si ritrovano livelli di micotossine anche non eccessivamente alti ma che combinate insieme moltiplicano la loro tossicità. E’ stata posta molta attenzione nella presenza di Aflatossine (per le quali c’è una regolamentazione ufficiale sulla concentrazione nel latte), per la quale molte derrate alimentari sono state ritirate dalla commercializzazione per le vacche da latte ma mantenute per il vitellone. E’ vero che i limiti di tossicità sono superiori, però è anche vero che se andiamo a fare un’analisi accurata dell’alimento notiamo che nell’ultimo anno è aumentata la concentrazione di Fumonisina la quale in concomitanza con l’Aflatossina crea problematiche importanti sull’accrescimento, le rese e la sanità del sistema epatico e immunitario dell’animale, con conseguenza minore reattività anche alle vaccinazioni.
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