L’azienda zootecnica può essere considerata un vero e proprio organismo vivente le cui parti (vitellaia, manzolaia, asciutta, gruppi di lattazione ecc.) come degli “organi” e “tessuti” contribuiscono alla sopravvivenza dell’intero apparato. Gli esseri umani, in qualità di gestori e custodi dell’allevamento, influenzano pesantemente le dinamiche biologiche determinando il successo (o l’insuccesso) dell’attività zootecnica. Molto spesso i problemi non “accadono” in maniera spontanea ed imprevedibile ma sono il frutto di una perdita di controllo su alcuni aspetti cruciali dell’allevamento. Una riflessione profonda e consapevole sui punti deboli della stalla il più delle volte restituisce la responsabilità degli eventi negativi ad una riduzione della metodicità disciplinata piuttosto che ad una sventura piovuta dal cielo. Al fine di salvaguardare il reddito aziendale sarebbe auspicabile non trascurare a lungo l’importanza del lavoro disciplinato inseguendo mode, scorciatoie o fantasiosi capri espiatori.

Il primo periodo della vita di un bovino ne condiziona la carriera produttiva e le cure al vitello neonato sono di straordinaria importanza per determinare una base solida necessaria alla massima espressione del suo potenziale genetico.

Alla nascita, come prima cosa, è importante riconoscere i segni e le caratteristiche di salute e vitalità del vitello. Si possono organizzare incontri periodici con il personale di stalla o stampare poster dedicati da appendere in prossimità dell’area di parto assicurandoci che i concetti chiave siano conosciuti e compresi. Le caratteristiche principali di buona vitalità del vitello sono:

  • assume la posizione sternale entro 5 minuti;
  • tenta di mettersi in piedi entro 15 minuti;
  • è in grado di reggersi in piedi entro un’ora;
  • l’atteggiamento è vigile;
  • ha un vigoroso riflesso della suzione.

Il vitello è sofferente e necessita di un’attenzione speciale se:

  • rimane in decubito laterale e non solleva la testa;
  • appare depresso, respira in modo anomalo e/o emette vocalizzi continui;
  • la testa, gli arti e la lingua sono gonfi;
  • non ha il riflesso della suzione.

Il parto è un evento naturale che si svolge quasi sempre in modo regolare e senza intoppi ma, avvenendo in un luogo “non naturale” necessita, nella fase immediatamente successiva all’espulsione del vitello, di un intervento umano tempestivo e professionale volto a ridurre il più possibile il rischio sanitario per la vacca e il vitello. Accertatosi che i segni vitali siano buoni, il vitello va asciugato dai liquidi del parto; farlo fare alla madre è il sistema migliore e presenta indubbi vantaggi sia per la sua ineguagliabile capacità di stimolazione del vitello sia per i benefici sulla stessa vacca in quanto la liberazione di alcuni ormoni (ossitocina) ha un effetto benefico sul secondamento e la produzione di colostro. Se le condizioni igieniche del luogo in cui si è svolto il parto sono buone è raccomandabile lasciare il vitello con la madre per un tempo variabile tra i 60 e i 90 minuti. Nel caso in cui il luogo del parto sia sporco o la vacca non fosse in grado di accudire il vitello è necessario allontanarlo immediatamente e provvedere ad asciugarlo frizionandolo vigorosamente con paglia asciutta e pulita o panni di stoffa.

Il cordone ombelicale è un punto critico per tutti i mammiferi neonati in quanto offre un accesso diretto al peritoneo. Deve essere protetto con un’accurata disinfezione, da effettuare subito dopo la nascita dopo aver controllato che si sia lacerato correttamente (lunghezza minima di 15 – 20 cm ed assenza di vasi ombelicali all’interno). La tintura di iodio è un esempio di soluzione antisettica tanto vecchia quanto efficace ma è bene che sia il veterinario aziendale a decidere il tipo di disinfettante e la modalità di applicazione.

La somministrazione del colostro è un importante caposaldo della gestione del vitello neonato. Il bovino nasce con un sistema immunitario fortemente deficitario e necessita di assumere il colostro in modo da equipaggiarsi di elementi di protezione dalle infezioni (soprattutto anticorpi). La capacità di assorbire le immunoglobuline (anticorpi) si riduce molto velocemente fino ad essere quasi inesistente dopo appena 24 ore dalla nascita. A complicare questa premessa esiste l’evidenza scientifica che lo stesso colostro si impoverisce all’interno della mammella se non viene tempestivamente munto. Ne consegue che la finestra utile per ottenere un buon trasferimento d’immunità colostrale si riduce alla prima ora dopo il parto. Si possono ottenere risultati soddisfacenti fino a 6 ore dopo il parto a patto di utilizzare 4 litri di un colostro di buona qualità (> 22 gradi brix al rifrattometro). In base al decreto legislativo n. 126 del 07 luglio 2011 i vitelli devono assumere il colostro entro le 6 ore dalla nascita e non oltre. Queste raccomandazioni prevedono un grado particolarmente elevato di disciplina ed organizzazione, difficile da mantenere nel lungo periodo ma che dovrebbe essere un obbiettivo verso cui tendere costantemente. Alcuni accorgimenti potrebbero aiutare a gestire meglio questa fase:

  • Impedire l’assunzione di colostro direttamente dalla mammella: è il sistema meno efficace e meno igienico.
  • Dotarsi di una “banca del colostro” controllato e congelato in modo da avere del colostro sempre disponibile, raccolto in condizioni igieniche buone e di qualità elevata.
  • Analizzare periodicamente l’efficacia del trasferimento d’immunità colostrale attraverso un esame del sangue al vitello in modo da verificare la correttezza del protocollo di colostratura.

Quest’ultimo punto può prevedere l’ausilio del laboratorio, verificando una quantità di IgG (anticorpi) nel sangue raccolto tra i 2 e i 7 giorni di vita del vitello superiore a 10 mg/ml o può essere effettuato direttamente in azienda, misurando i gradi brix del siero ematico (> 7,8 brix) con un rifrattometro ottico o digitale (attendibilità minore ma accettabile rispetto all’esame di laboratorio).

L’ultima attenzione da dedicare al vitello neonato è quella di alloggiarlo nella gabbietta (o igloo) che deve essere pulita, disinfettata ed abbondantemente impagliata. Nei mesi più freddi è necessario provvedere al confort termico dal momento che un vitello neonato ha un sistema della termoregolazione non efficiente e potrebbe facilmente andare incontro ad ipotermia. Per le prime ore di vita sono molto utili le lampade riscaldanti, tenendo però bene in mente che debbono essere poste all’altezza giusta in modo da non scaldare troppo o troppo poco e collegate ad un impianto elettrico protetto e a norma, quindi niente fili volanti ed impianti fai da te che potrebbero essere causa di incendi o altri incidenti. Dopo 24 – 48 ore si può passare all’utilizzo del cappotto o copertina termica.

Per riassumere le principali cure al vitello neonato sono:

  • Assicurarsi che i parametri vitali siano buoni.
  • Farlo asciugare dalla vacca lasciandolo nel box parto per 60 – 90 minuti o allontanarlo subito ed asciugarlo con paglia o panni di stoffa.
  • Controllare visivamente la corretta lacerazione del cordone ombelicale e disinfettarlo.
  • Somministrare 4 litri di colostro di buona qualità entro un’ora dal parto. Al massimo entro 6 ore (limite di legge) dalla nascita.
  • Alloggiare il vitello neonato nella gabbietta precedentemente pulita, disinfettata e abbondantemente impagliata. Nei mesi invernali assicurare il confort termico con l’adozione di lampade riscaldanti e cappotti termici.

Il prossimo futuro impegnerà il settore zootecnico in maniera decisa ed oserei dire rivoluzionaria. L’utilizzo del farmaco sarà sempre più limitato e l’attenzione del consumatore sulle condizioni di allevamento si farà particolarmente “ingombrante”. I vecchi paradigmi sono già sotto esame e sarà necessario cambiarli se non vogliamo essere “fuori mercato”. In alcuni settori dell’allevamento una meccanizzazione massiccia e la limitazione dell’intervento umano sembrano portare sensibili benefici dal punto di vista sanitario e mi riferisco ad esempio alle operazioni di mungitura o la preparazione degli alimenti; in altri invece, come la sala parto o la vitellaia, l’intervento umano è imprescindibile o addirittura decisivo. Assumere personale altamente professionale e disciplinato per questi settori chiave, fino ad oggi ancora largamente trascurati, porta a dei vantaggi straordinari che nel lungo periodo si rivelano particolarmente remunerativi.