Il periodo dell’asciutta è molto importante nella carriera produttiva di una bovina da latte perché permette il ripristino della funzionalità metabolica e mammaria ed è quindi necessario per affrontare serenamente la lattazione successiva. Le infezioni in questa fase sono particolarmente temibili e recano ingenti danni economici. I periodi in cui la mammella è più sensibile sono la fase iniziale (c.d. messa in asciutta), a causa dello sfintere del capezzolo ancora pervio e lo stress sulla mammella, e la fase finale (c.d. preparazione al parto o close-up), quando la maggior parte degli antibiotici in mammella sono in concentrazione non più efficace, gli sfinteri possono riaprirsi e si ha una scarsa resistenza alle malattie. La terapia in asciutta è una pratica comune che ha lo scopo di trattare un’infezione preesistente o di prevenirne l’insorgenza di una nuova, e si basa sull’utilizzo di antibiotici in formulazione specifica e/o sigillanti del capezzolo. In Italia gli antibiotici più usati appartengono ai gruppi delle penicilline, cefalosporine, lincosamidi, rifamicine, aminoglicosidi in formulazione di singoli principi attivi o associazioni; i sigillanti del capezzolo hanno tutti come principio attivo il sub-nitrato di bismuto, non sono antibiotici ed hanno l’obbiettivo di impedire l’ingresso di batteri in mammella attraverso la creazione di una barriera fisica nel canale del capezzolo.
La terapia selettiva in asciutta è una strategia proposta nel recente passato che prevede di non trattare con l’antibiotico intramammario per l’asciutta le bovine con una bassa conta cellulare (sotto le 150.000 cellule/ml) e che non abbiano avuto mastiti cliniche durante la lattazione. Ci sono studi che dimostrano come questa metodica sia fallimentare in quanto si è avuto, nelle stalle dove era stata adottata, un aumento significativo di nuove infezioni (Halasa et al. 2009a, Halasa et al. 2009b). Tuttavia esistono altri studi (J.N. Huxley et al. 2002, A.J. Bradley et al. 2010) che suggeriscono la necessità di riprendere in considerazione la validità della terapia antibiotica in asciutta su bovine con bassa conta cellulare.
Gli allevamenti caratterizzati da elevati standard manageriali possono esplorare, con l’aiuto del proprio veterinario aziendale, la potenzialità del metodo selettivo facendo attenzione ad alcuni aspetti:
- il sigillante deve essere sempre usato, è l’unica protezione nei confronti delle nuove infezioni.
- La terapia selettiva in asciutta è controindicata in presenza di batteri contagiosi (S. aureus, Str. agalactiae).
- Occorre conoscere la conta cellulare della bovina durante tutta la lattazione. I controlli funzionali delle APA offrono informazioni preziose.
- Un esame batteriologico prima dell’asciutta può essere determinante per individuare le bovine infette ma che hanno una conta cellulare bassa.
- L’ambiente in cui le bovine vivono deve essere confortevole, l’alimentazione adeguata e l’igiene impeccabile. Una vacca sana con un sistema immunitario efficiente fronteggerà le infezioni con maggiore efficacia.
- Uno sfintere del capezzolo chiuso offrirà la migliore protezione contro le infezioni. In genere circa il 50% delle vacche in asciutta ha gli sfinteri sigillati nell’arco di una settimana. Un’avanzata ipercheratosi dei capezzoli ritarda o impedisce la chiusura dello sfintere; occorre monitorare periodicamente lo stato degli sfinteri attraverso il teat-score e reclutare solo le bovine con score 1 o 2.
In Italia sono numerosi gli allevamenti dotati degli elevati standard manageriali necessari per adottare con sicurezza la terapia selettiva in asciutta. I vantaggi che si ottengono sono economici (tutt’altro che trascurabili), derivanti dalla riduzione del numero di candelette di antibiotico usate, ed “ecologici”. La terapia selettiva in asciutta soddisfa pienamente la raccomandazione del Ministero della Salute di “garantire un uso responsabile e prudente degli antibiotici” con l’intento di contenere il dilagante problema dell’antibiotico-resistenza. Lo slogan dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la settimana mondiale per l’uso prudente di antibiotici recita “Antibiotics: handle with care” (Antibiotici: maneggiare con cura) e ben si sposa con il concetto di terapia selettiva. In un prossimo futuro mi auguro che le stalle più virtuose possano esibire una serie di claims utili a differenziare il proprio prodotto (latte) e spuntare prezzi migliori. L’uso contenuto dei farmaci e il benessere delle bovine probabilmente saranno quelli che maggiormente incontreranno il favore dei consumatori e su cui si giocherà la competitività degli allevamenti italiani a livello internazionale.
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.