Con il termine “morte embrionale” (impropriamente detta anche “riassorbimento embrionale”) si identifica una condizione patologica della gravidanza caratterizzata dalla perdita del prodotto del concepimento. La morte embrionale ha un’incidenza compresa tra l’8% e il 18% delle gravidanze tra i 28 e i 56 giorni post fecondazione.
Si possono riconoscere tre sottogruppi che identificano il problema della perdita di gravidanza:
- Morte embrionale precoce, che avviene nei primi 16 giorni post fecondazione.
- Morte embrionale tardiva, che avviene tra i 17 e i 42 giorni post fecondazione.
- Morte fetale, che si verifica dopo il 42° giorno di gestazione.
Dal punto di vista dell’indagine ecografica parleremo quindi di morte embrionale tardiva riferendoci alla diagnosi di tale problematica fino al 42° giorno di gravidanza e morte fetale oltre tale termine.
L’esame ultrasonografico è ad oggi l’unico esame accurato e pratico per realizzare con una elevata attendibilità la diagnosi di morte embrionale tardiva o morte fetale. I principali elementi diagnostici che andranno presi in considerazione sono i seguenti:
- Presenza dell’embrione.
- Architettura dell’embrione.
- Presenza del battito cardiaco e valutazione della sua frequenza.
- Movimenti del feto.
- Grado di ecogenicità del liquido amniotico e/o allantoideo.
- Quantità del liquido amniotico e/o allantoideo.
- Edema dell’endometrio.
Ci sono altri parametri che possono essere presi in considerazione (separazione o rottura della membrana corion-allantoidea, rottura della membrana amniotica ecc.) ma questi presuppongono un grado di esperienza particolarmente elevato per cui non verranno trattati in questo articolo.
Analizziamo ora i precedenti punti uno per uno.
Presenza dell’embrione
Possiamo emettere una diagnosi certa di gravidanza solo dopo aver messo in evidenza il prodotto del concepimento (embrione). In altre parole, una bovina può essere definita gravida solo ed esclusivamente nel momento in cui si metta in evidenza l’embrione all’interno di una delle camere gestazionali. L’assenza dell’embrione sarà uno dei parametri principali per definire una bovina non gravida.
Architettura dell’embrione
I processi degenerativi post-mortem inducono una perdita progressiva della normale architettura dell’embrione. I tessuti embrionali perdono la loro naturale connessione e l’embrione si deforma dando vita ad un’immagine ecografica in cui i rapporti anatomici saltano completamente. La perdita della normale architettura dell’embrione è segno di una morte avvenuta da diversi giorni. Nelle due foto seguenti (figura 1 e 2) sono riportati un embrione che ha totalmente perso la sua architettura e, per confronto, un embrione della stessa età perfettamente integro.
Figura 1 e 2. Morte embrionale. Perdita della normale architettura dell’embrione nella foto di sinistra. Embrione vitale nella foto di destra.
Presenza del battito cardiaco e valutazione della frequenza
Una volta evidenziato il prodotto del concepimento per valutare la qualità della gravidanza in corso sarà necessario mettere in evidenza il battito cardiaco e dare una stima della sua frequenza. Il battito cardiaco è sempre evidenziabile quando si mette in evidenza l’embrione. La qualità dell’apparato ultrasonografico è un elemento determinante per ottenere delle immagini facilmente interpretabili ma per quanto riguarda il battito cardiaco è generalmente evidenziabile con gli apparecchi ultrasonografici di buona/ottima qualità attualmente presenti sul mercato, purché siano stati opportunamente settati. L’assenza del battito cardiaco è un segno particolarmente importante di perdita della gravidanza. Riguardo alla frequenza cardiaca teniamo presente che essa è piuttosto elevata, quasi sempre tra i due e i tre battiti al secondo. Durante una seduta ultrasonografica, quando si mette in evidenza il battito cardiaco ma con una frequenza piuttosto bassa (questo significa che può essere contata agevolmente) occorre sempre considerare l’eventualità di una possibile perdita di gravidanza ed è quindi necessario che quella bovina venga ricontrollata.
Movimenti del feto
Man mano che la gravidanza prosegue e il feto diventa progressivamente più grande metteremo in evidenza i movimenti fetali (dopo il 45° giorno). È di fondamentale importanza imparare a riconoscere i movimenti del feto (che saranno dei movimenti attivi) in maniera tale da differenziarli dai movimenti passivi che spesso possono avere i feti non vitali. Generalmente i feti si muovono parecchio per cui l’assenza di movimento o la presenza di movimenti passivi è sempre indice di sofferenza fetale e si raccomanda di fare particolare attenzione andando a valutare gli altri parametri (presenza del battito cardiaco) per confermare una diagnosi di morte fetale.
Grado di ecogenicità del liquido allantoideo e/o amniotico
Nei primi 90 giorni di gravidanza il liquido allantoideo e il liquido amniotico devono essere perfettamente anecogeni. Dopo questo termine i liquidi cominciano a diventare torbidi e possono assumere delle caratteristiche simil bufera di neve; in particolare a partire dal quarto-quinto mese di gravidanza la torbidità del liquido allantoideo e del liquido amniotico è un reperto del tutto fisiologico. Ogniqualvolta però che si metta in evidenza la presenza di punti ecogeni in grande quantità all’interno dei liquidi fetali nei primi 90 giorni di gravidanza, si deve sospettare una morte fetale che andrà eventualmente confermata con la messa in evidenza degli altri segni: assenza del battito cardiaco e assenza dei movimenti del feto.
Figura 3 e 4. Morte fetale. Aspetto a “bufera di neve” dell’amnios.
Quantità del liquido allantoideo e amniotico
La quantità del liquido nel lume uterino è correlata ai giorni di gravidanza e, in misura minore, alla stagione. In estate i liquidi sono tendenzialmente più scarsi rispetto agli altri periodi dell’anno, sebbene quest’ultimo parametro sia molto difficile da valutare in maniera oggettiva. La quantità del liquido allantoideo e amniotico diventa determinante nella diagnosi di morte embrionale tardiva o morte fetale nel momento in cui diventano particolarmente scarsi. Come già detto per l’intorpidimento dei liquidi fetali anche in questo caso andrà attentamente valutata la qualità della gravidanza in corso prendendo in considerazione gli altri segni quali il battito cardiaco e i movimenti del feto.
Edema dell’endometrio
Un edema dell’endometrio localizzato o generalizzato, soprattutto se associato ad un ispessimento della tonaca vascolare è quasi sempre un indice di sofferenza embrionale o fetale.
Figura 5, 6, 7 e 8. Morte embrionale. Edema dell’endometrio (evidenziato in azzurro) e aumento di spessore dello strato vascolare (tratteggio giallo). Le immagini di destra sono le stesse di sinistra ma senza i segni grafici.
Per concludere, dal punto di vista pratico, i segni certi di morte embrionale o fetale sono:
- Assenza dell’embrione.
- Assenza del battito cardiaco.
- Assenza dei movimenti fetali attivi.
A questi segni si associano altri segni che devono essere necessariamente confermati dalla presenza di almeno uno dei segni precedenti:
- Edema dell’endometrio.
- Scarsa quantità del liquido amniotico e allantoideo.
- Torbidità del liquido amniotico e/o allantoideo.
La perdita di gravidanza resta una delle maggiori sfide per la ginecologia buiatrica contemporanea. La tecnologia e la sensoristica ricercano da tempo un sistema economico, pratico e soprattutto affidabile per l’individuazione delle bovine che hanno perso la gravidanza. Ad oggi, solamente il servizio di un ecografista esperto con una buona formazione alle spalle può soddisfare i requisiti richiesti.
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