Il fenomeno della lipolisi non comporta il semplice rilascio di acidi grassi e glicerolo dal tessuto adiposo ma è caratterizzato da un significativo rimodellamento che ne determina una modificazione sostanziale con degli effetti evidenti sull’intero metabolismo e l’omeostasi dell’organismo. È un vero e proprio processo infiammatorio caratterizzato dalla migrazione e proliferazione di numerose tipologie cellulari del sistema immunitario innato e adattivo. I macrofagi sono le cellule maggiormente rappresentate ma sono presenti anche mastociti, linfociti, granulociti neutrofili ed eosinofili, linfociti natural killer e cellule dendritiche.
Quando i macrofagi invadono il tessuto adiposo possono esprimere due “dotazioni fenotipiche” responsabili del loro comportamento e dei loro effetti: il fenotipo M1, che sostiene la classica risposta pro-infiammatoria, e il fenotipo M2, che invece sostiene la risoluzione del processo infiammatorio. Durante una intensa lipolisi, come può essere quella che accompagna, ad esempio, la dislocazione dell’abomaso, i macrofagi esprimono soprattutto il fenotipo M1 (pro-infiammazione) e si organizzano in aggregati all’interno del tessuto adiposo viscerale e sottocutaneo.
Il compito principale dei macrofagi è la rimozione delle sostanze prodotte in eccesso con la lipolisi, come gli acidi grassi, i monogliceridi e i digliceridi, che, accumulandosi, esprimerebbero una notevole tossicità nel tessuto adiposo. Un ruolo secondario dei macrofagi è quello produrre sostanze proteiche ad attività chemiotattica (ad es. le osteopontine) oppure sostenere lo sviluppo delle cellule progenitrici degli adipociti. L’espressione fenotipica dei macrofagi dipende soprattutto dalle sostanze che si producono durante la lipolisi, in particolare le adipochine e gli acidi grassi. Queste sostanze si comportano da patterns associati a danno tissutali (DAMPs) e, interagendo con i recettori Toll-like (TLR), determinano l’espressione della dotazione fenotipica M1 dei macrofagi. Tale fenotipo è caratterizzato da un’intensa produzione e liberazione di citochine come il fattore di necrosi tumorale di tipo alfa (TNF-α) e le interleuchine 1 beta e 6 (IL1β e IL6) che medierebbero il processo infiammatorio locale e sistemico.
Si viene a creare una situazione in cui i macrofagi del tessuto adiposo promuoverebbero la lipolisi richiamando altri macrofagi e determinando un circolo vizioso in cui lipolisi e processo infiammatorio si sosterrebbero a vicenda. Purtroppo non è stato ancora dimostrato che quest’ultimo punto sia presente nella specie bovina, ma se lo fosse rappresenterebbe un’interpretazione molto originale per spiegare l’intensa lipolisi osservata durante il periodo di transizione.
Il rimodellamento del tessuto adiposo non avviene in modo uniforme nell’organismo della vacca da latte. Negli ultimi anni, infatti, sono emerse numerose incongruenze tra gli studi che utilizzavano la misurazione del BCS come parametro per la valutazione della modificazione della condizione corporea delle bovine. Queste incongruenze possono essere messe in relazione con la differenza sostanziale che esiste fra il comportamento del tessuto adiposo viscerale e quello del tessuto adiposo sottocutaneo:
- Il tessuto adiposo viscerale ha un’attività lipolitica decisamente più intensa rispetto al tessuto adiposo sottocutaneo. Nella pecora è stato dimostrato che la presenza di recettori βAR (beta adrenergici) che stimolano la lipolisi, è più concentrata nel tessuto adiposo omentale rispetto a quello di deposito sottocutaneo. Questa evidenza non è stata dimostrata nella specie bovina ma è ragionevole pensare che si possa avere la stessa condizione.
- Il tessuto adiposo viscerale può superare in quantità di due o tre volte il tessuto adiposo sottocutaneo, per cui lo spessore di grasso sottocutaneo è, in alcune bovine, una parte minoritaria delle scorte lipidiche.
Il tessuto adiposo sottocutaneo sembra essere molto più resistente alle modificazioni metaboliche che avvengono durante il periodo di transizione a differenza del tessuto adiposo viscerale che invece ha una maggiore plasticità potendo ridursi o aumentare di massa in maniera molto veloce. Considerando che la rilevazione del BCS si basa esclusivamente sul tessuto adiposo sottocutaneo possiamo ben capire quanto questo possa incidere sui risultati degli studi osservazionali. Purtroppo, ad oggi, non abbiamo un sistema così rapido, economico e alla portata di tutti come la rilevazione del BCS per poter misurare la variazione del tessuto adiposo viscerale. Il dosaggio ematico dei NEFA, considerato il gold standard per quantificare il processo della lipolisi, in realtà, non ci fornisce nessuna informazione circa la variazione nel tempo della massa di tessuto adiposo; il suo valore identifica la quantità assoluta di acidi grassi in circolo in quel preciso momento ma non indica l’entità della perdita lipidica né tantomeno la rapidità con cui essa avviene.
Impatto della lipolisi e del rimodellamento del tessuto adiposo
La sindrome da stress metabolico nella bovina da latte durante il periodo di transizione è una condizione complessa caratterizzata da un’alterazione della risposta infiammatoria (immunodepressione del periparto) e un diffuso stress ossidativo. La lipolisi e il rimodellamento del tessuto adiposo agiscono principalmente attraverso due meccanismi che inaspriscono le precedenti due condizioni:
- Gli acidi grassi e altre sostanze che si liberano dalla lipolisi si comportano da DAMPs e quindi da attivatori del processo infiammatorio. Tuttavia, nella bovina da latte gli acidi grassi interferiscono negativamente con l’attività biologica dei linfociti e dei neutrofili riducendo significativamente la loro capacità di eliminare i microrganismi patogeni. Questo processo concorre all’espressione di una più o meno intensa immunodepressione nel periparto.
- Una rapida e imponente lipolisi innesca uno stress ossidativo. Gli acidi grassi circolanti vengono ossidati dai radicali liberi depauperando molto rapidamente le riserve di sostanze antiossidanti che vengono quindi sottratte in grande quantità e difficilmente rimpiazzate.
Il rimodellamento del tessuto adiposo può essere quantificato attraverso la misura del Body Condition Score (BCS). Questo è un sistema semplice e particolarmente efficace per misurare l’entità delle riserve energetiche della bovina e soprattutto quantificarne i cambiamenti nel tempo sebbene sia necessario considerare il limite di cui abbiamo parlato in precedenza. Dopo una veloce panoramica sugli aspetti generali della rilevazione della condizione corporea, il prossimo articolo riporterà una serie di evidenze scientifiche che dimostrano l’impatto del BCS e della sua variazione su vari aspetti che riguardano la riproduzione e l’aspetto sanitario nella specie bovina. Verranno date poi alcune raccomandazioni di natura manageriale e alimentare per gestire in maniera efficace le variazioni del BCS in termini di valore assoluto o di cambiamento nel tempo.
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