Nell’ambito della vita produttiva della vacca da latte c’è un periodo che per tutti gli addetti ai lavori è un vero e proprio dilemma: è la fase di transizione, ovvero quell’arco di tempo di circa 40 giorni che in eguale misura precede e segue il parto.
Questo periodo è caratterizzato da profondi, drastici e repentini cambi metabolici, oggetto di studi e ricerche in ambito mondiale, ma che per ora non hanno influito sulla gravità della patologia che può raggiungere una mortalità del 25 % nei primi 60 giorni post parto.
Considerare tutti gli aspetti nutrizionali e metabolici contemporaneamente è impossibile, per cui in questo report di campo riguardante 93 bovine in immediato post parto, sottoposte ad analisi ematiche, ci siamo soffermati a considerare un elettrolita di fondamentale importanza in questa fase : il POTASSIO.
Funzioni | IpoK : effetti |
Contrazione muscolatura liscia ( utero, abomaso) | Debolezza muscolare |
Funzionalità cardiaca | Letargia |
Sintesi glicogeno | Ileo paralitico ( stasi intestinale) |
Sintesi proteica | Ansietà |
I livelli fisiologici di Kaliemia suggeriti dalla bibliografia si collocano in un range che va da meQ/l 3.9/5.8 (Goff 2004 Vet Clin food Anim 471/494) Nel presente lavoro il tasso di Kaliemia rilevato con 2 metodiche differenti – Emogas analisi e chimica clinica sierologica – ha evidenziato un valore medio pari a 3,72 meQ/l , ovvero una diffusa e generalizzata ipokaliemia .
Casistica | |
Numero animali | 93 |
Media (+/- dev.st.) | 3.724 (+/- 0.8878) |
Range | 2.20-7.00 |
Più specificatamente , i valori riscontrati risultavano quindi inseriti in valori ritenuti normali in 39 soggetti riscontrando invece una situazione ipoK nel 58 % dei capi analizzati. Dei 93 soggetti, 32 hanno manifestato patologie associate all’iporessia e cioè in 18 soggetti è stata riscontrata ritardo nella lochiazione, metrite e febbre, in 8 soggetti dislocazione destra o sinistra dell’abomaso e in 6 soggetti blocco ruminale. I valori medi della Kaliemia riscontati in questi capi risultano essere rispettivamente pari a 3.66; 3.73; 3.7 e 3.25 meQ/l , come illustrato nella tabella sottostante .
Questo dato appare paradossale se si considera che le razioni formulate in teoria dovrebbero coprire ampiamente i fabbisogni richiesti; la realtà impone invece di considerare più cause concomitanti (ridotta ingestione di SS , alcalosi metabolica post parto, adattamento della produzione di aldosterone finalizzato all’eliminazione del K presente in elevata quantità nelle diete pre parto, ecc.) che possono indurre ipoK ma, indipendentemente da queste è bene ricordare che è NECESSARIO ottimizzare il livello di K ematico al fine di consentire una corretta funzionalità soprattutto della muscolatura liscia, fondamentale nell’immediato post parto sia x la funzionalità dell’abomaso sia dell’utero. A fini pratici possiamo ricordare gli effetti della Kaliemia sulla contrazione abomasale così come descritto da Turck and Marek (2010), con progressivo aumento della contrattilità muscolare fino al valore di 7 meQ/l. Sempre secondo questa ricerca, il valore riscontrato ( 3,72 meQ/l ) nelle bovine analizzate giustificava una riduzione della contrattilità abomasale di circa il 50%.
L’approccio veterinario alla patologia da elettroliti deve essere pertanto una peculiarità: esso prevede infatti elementi di diagnosi, di terapia personalizzata e di valutazione prognostica, esulando e bypassando una mentalità “ computeristica” che fornisce semplicemente una teorica ingestione di ss in post parto, senza tenere conto di molteplici fattori che possono alterarla. Soprattutto nel periodo estivo l’assunzione di 350 – 400 gr di potassio/giorno non è assicurata dall’apporto delle sole materia prime per cui è opportuno considerare sempre l’integrazione di sali di K (Kcl di preferenza) da somministrare ASSOLUTAMENTE in condizioni di ridotta ingestione volontaria da parte della bovina.
Il consiglio è di usare 100 gr/ 2 volte giorno per via orale disciolto in più litri di acqua secondo le indicazioni di GOFF 2004 al fine di evitare la comparsa di un “circolo” patologico che le bovine non riescono ad affrontare e superare.
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