
Il 24 marzo 2025 il Ministero della Salute ha pubblicato un documento, firmato dal direttore generale Giovanni Filippini, che riguarda i controlli ufficiali per la tutela e il benessere dei vitelli nel primo mese di vita, con particolare attenzione agli allevamenti da latte e ai centri di raccolta.
La nuova attività di controllo si è resa necessaria in seguito alle segnalazioni da parte delle associazioni di categoria e alle verifiche sui sistemi informativi, che indicano possibili carenze nella gestione dei vitelli. Le principali problematiche da verificare riguardano la colostratura, lo stato di nutrizione e gli spostamenti verso gli allevamenti da carne bianca o i macelli.
In questo articolo approfondiremo i principali concetti riportati nel documento, attraverso le risposte ad alcune domande.
Qual è il legame tra colostratura e benessere dei vitelli?
La gestione della colostratura influenza direttamente il benessere del vitello nei primi giorni di vita e nel lungo periodo. Una corretta somministrazione di colostro riduce l’incidenza di malattie neonatali, in particolare le diarree e le polmoniti, principali cause di morbilità e mortalità nei primi mesi di vita (Godden et al., 2019). I vitelli con un adeguato trasferimento passivo di immunità mostrano una crescita più rapida e una maggiore efficienza alimentare (Faber et al., 2005), con un impatto positivo sulle prestazioni produttive future.
Inoltre, uno scarso assorbimento di immunoglobuline è stato correlato a un aumento del tasso di mortalità entro il primo mese di vita e a una maggiore incidenza di malattie durante l’età adulta (Robinson et al., 2022). Pertanto, garantire un’adeguata colostratura non è solo una misura sanitaria, ma un fattore chiave per il benessere generale del bovino e per la sostenibilità dell’allevamento.
Perché il colostro è importante?
Il vitello nasce privo di anticorpi (immunoglobuline) a causa della particolare conformazione della placenta bovina che non consente il passaggio delle molecole di grandi dimensioni dalla madre al feto. L’ingestione di colostro è quindi essenziale per proteggerlo dalle infezioni per le prime 2 – 4 settimane di vita. Il colostro è particolarmente ricco di IgG che rappresentano più dell’80% delle immunoglobuline del siero.
Nelle 2 – 4 settimane prima del parto, durante la colostrogenesi, la mammella trasporta attivamente le IgG dal sangue all’interno degli alveoli mammari. Questo trasporto attivo determina dei titoli anticorpali del colostro che sono superiori di 10 – 40 volte a quelli del siero. Con il pasto di colostro si ha il passaggio di immunoglobuline dall’intestino al sangue del vitello. Questo fenomeno avviene con successo solo in una finestra temporale limitata: è massimo nelle prime ore dalla nascita e diminuisce progressivamente. Dopo 24 ore l’intestino diventa praticamente impermeabile a tutte le molecole di grandi dimensioni. Il mancato trasferimento anticorpale, noto come Failure Passive Transfer (FPT), è una condizione irreversibile che ha delle conseguenze gravi sullo stato sanitario del vitello.
Quali sono i principi base di una corretta colostratura?
I principi base di una corretta colostratura sono riassumibili come le 5 Q della gestione del colostro:
- Quantifying passive transfer (monitoraggio) – il controllo periodico dell’efficacia del trasferimento di immunità passiva colostrale è utile per avere un feedback attendibile di quanto sia efficace il protocollo di colostratura che stiamo praticando. L’analisi del siero ematico con un rifrattometro Brix consente una stima affidabile:
- Accettabile: 9°-9,5° Brix
- Ottimale: >9,5° Brix
- Inadeguato: <9° Brix (indicativo di FPT)
- Quality (qualità) – un colostro di buona qualità dovrebbe trasferire al vitello almeno 300 g di IgG. È importante controllare sempre il colostro da somministrare e usare solo quello che abbia un valore superiore a 22° Brix e congelare solo colostro > a 25° Brix.
- Quantity (quantità) – somministrare almeno il 10% in peso del vitello.
- Quickness (velocità) – somministrare il colostro entro 4 ore dalla nascita (max entro 6 ore).
- SQueaky – clean (pulitissimo) – la contaminazione batterica riduce l’efficacia della colostratura. Un buon colostro deve contenere meno di 100.000 UFC di batteri totali e meno di 10.000 UFC di coliformi. È raccomandabile preparare la mammella prima della raccolta del colostro come se si stesse facendo una normale mungitura (pulizia del capezzolo e pre-dipping).
Come avvengono i controlli previsti negli allevamenti di vacche da latte?
Come indicato nel documento, per verificare la corretta assunzione di colostro e la sua qualità, i Servizi Veterinari delle Aziende USL, durante i controlli per il Piano Nazionale Benessere Animale negli allevamenti di bovini da latte, dovranno effettuare dei prelievi ematici su massimo 5 vitelli di età compresa tra 1 e 10 giorni. I campioni ottenuti verranno analizzati per misurare i livelli di IgG e GGT (gamma-glutamil transferasi).
Perché il prelievo deve essere fatto tra 1 e 10 giorni di vita?
Il Ministero identifica una finestra temporale precisa entro cui effettuare il prelievo ematico: tra 1 e 10 giorni di vita. La motivazione è da ricercarsi nei meccanismi immunologici tipici del vitello. La somministrazione di colostro, se effettuata correttamente e con un materiale di buona qualità, permette al giovane bovino di acquisire una solida immunità passiva evidenziabile già 24 ore dopo la nascita. Se invece la colostratura, pur avvenendo nei tempi corretti, utilizza un colostro di scarsa qualità, le analisi ematiche evidenzieranno un’ipogammaglobulinemia (ridotta quantità di IgG) con una buona quantità di GGT .
Infine, qualora la colostratura dovesse essere effettuata dopo le 24 ore, non ci sarebbe il passaggio di immunoglobuline né di altre macromolecole e le analisi del sangue metterebbero in evidenza una condizione di agammaglobulinemia (assenza di IgG) e una ridotta quantità di GGT. Dopo il 10° giorno l’analisi ematica potrebbe non essere più valida poiché il sistema immunitario del vitello comincia a produrre immunoglobuline in maniera autonoma e le GGT nel siero sono evidenziabili normalmente in quantità ridotta.
Cosa indicano le concentrazioni ematiche di IgG e GGT (gamma glutamil transferasi)?
I parametri ematici che vengono presi in considerazione nel documento sono due: la quantità di immunoglobuline di tipo G (espressa in grammi per litro) e l’enzima gamma glutamil transferasi (espressa in Unità Internazionali per litro). La valutazione combinata di queste due sostanze è un sistema particolarmente efficace ed intelligente per valutare i tempi di somministrazione (GGT) e la qualità del colostro (IgG).
Qual è il ruolo delle IgG nella valutazione del trasferimento passivo di immunità colostrale?
Le immunoglobuline di tipo G sono una classe di anticorpi, prodotte dalle plasmacellule, che rappresentano la forma secretoria dei linfociti B, in risposta alla interazione con gli antigeni (batteri, virus, tossine ecc). Durante il processo della colostrogenesi, queste sostanze passano nella mammella e vengono trasferite al vitello neonato attraverso il pasto di colostro. Le IgG garantiranno la protezione del giovane bovino contro i principali antigeni fino a quando il sistema immunitario non diventerà competente e autonomo.
La concentrazione di IgG nel sangue restituisce delle preziose informazioni riguardo alla qualità e quantità di colostro somministrato e, quindi, una stima del trasferimento di immunità passiva colostrale:
- < 10 g/L: insufficiente
- 10-18 g/L: sufficiente
- 18-25 g/L: buono
- > 25 g/L: eccellente
Il documento sottolinea che fino al 10% dei vitelli in un allevamento può avere livelli di IgG insufficienti, ma percentuali più elevate non sono tollerate e indicano problemi di gestione della colostratura.
Qual è il ruolo della GGT nella valutazione del trasferimento passivo di immunità colostrale?
L’enzima gamma-glutamil transferasi (GGT) è prodotto dalle cellule dei dotti galattofori della ghiandola mammaria e, di conseguenza, è presente nel colostro. Nei vitelli neonati correttamente colostrati, la concentrazione sierica di GGT risulta elevata rispetto a quella delle vacche adulte e la sua concentrazione può fornire indicazioni sull’effettiva assunzione del colostro. I valori di riferimento sono stati presi da uno studio di Parish et al. (Prediction of serum IgG1 concentration in Holstein calves using serum gamma glutamyltransferase activity. J Vet Intern Med 1997;11:344–347.) dove è stato sviluppato un modello per prevedere lo stato di trasferimento passivo in base all’età e all’attività sierica della GGT in 71 vitelli da latte:
- 1-3 giorni di vita: > 200 UI/L
- 4-6 giorni di vita: > 100 UI/L
- 7-10 giorni di vita: > 75 UI/L
Valori inferiori a 50 UI/L indicano che il vitello ha ingerito il colostro dopo le 24 ore dalla nascita oppure in quantità insufficiente.
Perché viene effettuata l’analisi combinata di IgG e GGT?
Un’analisi combinata di IgG e GGT permette di individuare quali sono gli specifici punti critici di un allevamento in merito alle operazioni di colostratura. A tal riguardo, nel documento è riportata un’utile chiave interpretativa:
- IgG buone e GGT buone = la colostratura è corretta e il colostro è di buona qualità. Questo scenario mette in evidenza un’operazione di colostratura effettuata correttamente: le IgG buone dimostrano l’utilizzo di un colostro di buona qualità, in quantità adeguata e somministrato nei tempi corretti. Le GGT buone rinforzano quanto detto prima.
- IgG insufficienti e GGT alta = la colostratura è gestita correttamente per quanto riguarda la quantità e i tempi di somministrazione (GGT alta) ma il colostro usato è di scarsa qualità con una quantità di immunoglobuline insufficiente. Vitelli con questo quadro hanno una FPT di grado moderato o lieve.
- IgG insufficienti e GGT bassa = l’operazione di colostratura non è avvenuta correttamente. In questo caso il colostro è stato somministrato dopo le 24 ore dalla nascita oppure non è stato somministrato affatto.
Cosa sono i centri di raccolta?
Oltre agli allevamenti, le nuove direttive pongono l’attenzione sui centri di raccolta che sono delle strutture in cui i vitelli vengono temporaneamente alloggiati e gestiti prima di essere trasferiti verso la loro destinazione finale, che può essere:
- Allevamenti per l’ingrasso.
- Macelli.
- Altri allevamenti da latte.
I controlli veterinari verificheranno lo stato nutrizionale e le condizioni generali dei vitelli, con particolare attenzione ai trasporti superiori a 200 km, per cui sarà necessaria la validazione del Documento di Accompagnamento (DDA) da parte dei Servizi Veterinari.
Conclusioni
Le nuove linee guida del Ministero della Salute mirano a migliorare la gestione dei vitelli nel primo mese di vita, verificando la colostratura, un corretto stato nutrizionale e una riduzione dello stress da trasporto. Il rispetto di queste norme non solo favorisce il benessere animale, ma contribuisce a una maggiore sostenibilità e qualità delle produzioni zootecniche.