L’infertilità viene definite come la ridotta o la mancata capacità di produrre una prole vitale; le cause sono molteplici nella bovina. La sindrome repeat breeder è una delle maggiori cause d’infertilità e una repeat breeder viene generalmente definita come una bovina che non concepisce dopo tre o più interventi inseminativi.
Le sue cause sono molteplici e di difficile diagnosi; infatti possono dipendere da fattori di management aziendale, alimentare, ai sistemi di rilevamento dei calori, alla gestione dell’inseminazione e alla conservazione del materiale seminale. Altre cause includono la condizione anatomica della bovina quali la presenza di endometrite/metrite, cervicite o vaginite e le turbe ormonali quali le cisti ovariche e l’ovulazione ritardata.
Tralasciando di voler fare una dettagliata descrizione delle diverse cause d’infertilità, qui si intende illustrare brevemente le strategie da adottare qualora nascono nell’allevatore dei dubbi sulla qualità del materiale seminale contenuto nelle paillettes conservate nel bidone dell’azoto liquido. E’ doveroso premettere che ogni lotto di seme prima di essere commercializzato sul territorio nazionale deve essere controllare da un Ente di vigilanza, nella fattispecie l’Istituto Lazzaro Spallanzani di Milano per verificarne i requisiti minimi di qualità. Si deve mantenere la catena del freddo del seme, dalla sua produzione fino al momento della fecondazione artificiale.
Ormai tutti gli operatori del settore hanno una buona dimestichezza con la manipolazione del materiale seminale. In caso di ripetuti e continui ritorni in calore delle bovine post inseminazione, non imputabili apparentemente alla cattiva gestione dell’estro, dell’errata tecnica di fecondazione o delle alterazioni della sfera genitale della bovina, è auspicabile richiedere al Medico veterinario Buiatra o ad un Laboratorio di analisi specializzato la valutazione quali-quantitativa delle paillettes di seme. Talvolta, si può verificare che il livello dell’azoto liquido scende drasticamente, determinando uno shock termico irreversibile alle cellule spermatiche anche dopo il ripristino del livello in un secondo momento.
Generalmente, è buona norma analizzare qualche paillette di ogni nuovo lotto di seme al fine di verificarne i parametri quali-quantitativi e non acquistare in quantità non esauribile in un intervallo di 6 mesi. Maggior attenzione viene rivolta alla motilità individuale progressiva degli spermatozoi e alla loro morfologia ed in particolare all’integrità della membrana acrosomiale che subisce prevalentemente gli effetti deleteri nelle fasi di congelamento/scongelamento. Anche il numero totale di spermatozoi contenuti nella dose inseminante deve essere di almeno 15-20 milioni. Qualora i campioni vengono invaiati ad un laboratorio specializzato si potranno analizzare, con l’ausilio di sofisticate apparecchiature automatizzate quali l’analizzatore di immagini (CASA) ed il citofluorimetro, altri parametri degli spermatozoi, quali la motilità e la morfologia computerizzata, l’attività mitocondriale, la capacitazione e la reazione acrosomiale, l’analisi della struttura della cromatina spermatica e l’entità dei danni della lipoperossidazione.
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