Il 10 gennaio 2025 è stato notificato da WOAH e dal Friedrich-Loeffler-Institut (FLI) un focolaio di Afta Epizootica verificatosi in un allevamento di bufali in Germania, nella regione Märkisch-Oderland, Brandenburg. L’ultimo focolaio in Europa è stato notificato in Bulgaria nel 2011 mentre quello precedente, nel Regno Unito nel 2001.

L’afta epizootica ha un impatto socio-economico potenzialmente devastante per cui è stata classificata dal regolamento UE 2016/419 tra le 5 malattie di importanza prioritaria sulle quali deve concentrarsi la massima attenzione a livello comunitario.

Lo stesso regolamento (UE Animal Health Law) ha apportato alcune novità in materia di Sanità Animale riassumibili nei seguenti punti:

  • Responsabilità di tutti coloro che lavorano con gli animali (allevatori, veterinari, autorità competenti, ecc.)
  • Un approccio generale basato sulla gestione del rischio
  • Prevenzione
  • Sorveglianza

Tutto questo viene fatto con il fine ultimo di garantire un commercio sicuro (finalità economica) e il mantenimento della salute degli esseri umani e animali (One Health). Alla luce di tutto ciò, il legislatore ha sottolineato l’importanza di un ruolo attivo di tutte le figure professionali che devono necessariamente spostare l’attenzione dalla vecchia visione di “risoluzione del problema” quando è presente, ad una nuova visione di “prevenzione del problema” e “sorveglianza” affinché l’evento non si verifichi affatto oppure venga prontamente riconosciuto e gestito.

In quest’ambito, la sorveglianza prevede una buona conoscenza dei rischi potenziali in modo tale da intervenire quando le problematiche sanitarie sono ancora in una fase precoce.

Ritornando all’afta, la corretta identificazione e gestione di questa patologia sono essenziali per contenere la diffusione del virus e limitare i danni economici al settore zootecnico.

Dato che l’afta epizootica non compare più in maniera estesa da molti decenni, la maggior parte dei buiatri non ha un’esperienza diretta della malattia. Questo articolo rappresenta una guida pratica per tutti coloro che lavorano negli allevamenti di bovini per avere una panoramica degli aspetti clinici essenziali.

Definizione

L’afta epizootica è una malattia infettiva ad eziologia virale (Picornavirus), altamente contagiosa, degli ungulati artiodattili domestici e selvatici. Il termine “artiodattili” indica quei mammiferi con un numero pari di dita che poggiano sul terzo e sul quarto dito (animali a “unghia fessa”).

Le specie sensibili all’afta epizootica, allevate in Italia, includono bovini, bufali, bisonti, pecore, capre, camelidi (lama, alpaca, ecc.) e suini. Tra gli animali selvatici sensibili, presenti sul territorio italiano, si annoverano il camoscio, il muflone, lo stambecco, il cinghiale, il capriolo, il cervo e il daino.

Patogenesi

L’infezione aftosa si verifica di norma per via aerogena, più raramente attraverso la via digerente. Il periodo di incubazione varia da un minimo di 36 ore fino a 7 giorni. Le mucose di naso e gola rappresentano i primi bersagli del virus, dove esso replica attivamente.

Le vescicole aftose, lesioni tipiche della malattia, hanno un’evoluzione che attraversa cinque stadi:

  1. Congestione dell’epitelio.
  2. Papula densa (stadio transitorio e brevissimo).
  3. Vescicola, caratterizzata dalla raccolta di liquido sieroso che solleva l’epitelio (lesione caratteristica).
  4. Rottura della vescicola, con esposizione di uno strato sottostante rosso vivo.
  5. Guarigione completa (restitutio ad integrum) se non intervengono complicazioni.

La vescicola aftosa primaria, che si sviluppa nella fase iniziale dell’infezione, è particolarmente ricca di particelle virali e il materiale essudativo che ne deriva diffonde l’infezione nelle restanti parti della bocca e del faringe dove si sviluppano le vescicole aftose secondarie.

Dalla mucosa faringea, il virus invade per via linfatica il torrente circolatorio e raggiunge tutti gli altri distretti dell’organismo. Questa fase di generalizzazione è accompagnata da una intensa reazione immunitaria che si manifesta con un deciso aumento della temperatura corporea (febbre). L’escrezione virale avviene attraverso tutti i secreti e gli escreti (feci, urina, saliva, aerosol, latte, sperma ecc.) per almeno una settimana.

Sintomatologia e Decorso della Malattia

L’infezione inizia con la formazione di un’afta primaria nel vestibolo nasale, da cui, tramite leccamento, deriva una lesione aftosa sulla punta della lingua. La rottura della vescicola primaria (foto 1) porta alla formazione di vescicole secondarie su tutta la superficie linguale, che si rompono facilmente, esponendo ampie porzioni di tessuto sotto epiteliale (foto 2).

Foto 1: Rottura di una vescicola aftosa sulla lingua.

Foto 2: Lesioni aftose sulla lingua.

In questa fase, il bovino manifesta anoressia e abbondante scialorrea. Il suono emesso con la bocca dai soggetti colpiti è peculiare ed è descritto come “di baci”.

Negli animali in lattazione si osserva una riduzione della produzione lattea proporzionale alla gravità dei sintomi. La fase di generalizzazione, caratterizzata dalla viremia, è accompagnata da febbre e dalla comparsa di vescicole aftose sui capezzoli (foto 3) e a livello podale nello spazio interungueale e sul cercine coronario (foto 4).

Foto 3: Lesioni aftose sui capezzoli.

Foto 4: Lesioni aftose nello spazio interungueale.

Diagnosi Differenziale

Per una corretta diagnosi, è fondamentale distinguere l’afta epizootica da altre patologie con sintomatologia simile.

  • Rinotracheite infettiva (IBR): l’esordio clinico è simile, ma c’è una totale assenza delle lesioni vescicolari a livello di mucosa nasale e orale.
  • Febbre catarrale maligna (FCM): presenta sintomatologia simile, ma anche in questo caso non si sviluppano mai le lesioni aftose e, soprattutto, è una malattia ad andamento sporadico (interessa uno o pochissimi soggetti della mandria).
  • Stomatite papulosa: interessa prevalentemente gli animali giovani; le lesioni sono papule che evolvono direttamente in erosioni e non diventano mai vescicole.
  • Malattia delle mucose (BVD-MD): caratterizzata da lesioni erosive e necrotiche, non da vescicole.
  • Virus respiratorio sinciziale (VRSB): totale assenza di lesioni nasali e orali.
  • Blue tongue (BT): nel bovino la BT ha spesso un decorso asintomatico o subclinico.

Conclusioni

Qualora ci fosse anche il minimo sospetto di trovarsi di fronte ad un caso clinico di afta epizootica l’unica azione da fare, con estrema urgenza, è quella di allertare il proprio dipartimento di Sanità Animale e, naturalmente, mettersi a disposizione delle Autorità Sanitarie.

Ricordiamo che l’afta epizootica è tra le 5 malattie di importanza prioritaria a livello comunitario: l’obiettivo esclusivo deve essere quello di contenere la diffusione dell’infezione ed estinguere il focolaio.